Dall’incontro privato a quello pubblico. Un confronto acceso, ricco di botta e risposta dai toni anche elevati e tesi, ma all’interno di un rapporto di amicizia tra gli interlocutori. A Radio Febea, nel corso del programma “San Giorgio e il Drago”, condotto dal giornalista Maurizio Insardà, ospiti l’imprenditore Giuseppe Falduto e l’Assessore Paolo Malara. L’argomento? Il Mediterranean Life.
I due protagonisti hanno portato avanti le rispettive tesi in merito al futuristico progetto. “Il progetto si può fare, non c’è mai stato un diniego da parte del Comune, nessuno ha detto o scritto che non si può fare. Anzi, in Consiglio l’Amministrazione ha deliberato dicendo che il progetto è strategico, chiedendo al Sindaco di procedere nel portare avanti l’iniziativa verificando se è possibile fare un accordo di programma. In questi 3 anni il Sindaco non ha inteso proseguire in quell’iter indicato, ma il progetto non ha mai ricevuto un provvedimento di archiviazione. Ci sono state delle lettere interlocutorie, ma il Comune non ha mai risposto”, ha esordito subito Falduto.
Gli animi si sono subito accesi dopo le parole di Malara: “sono Assessore da mesi e per anni ho sentito parlare di questo progetto, così ho cominciato a interessarmi. Nel 2019, dietro una richiesta di Falduto, si è avviata una conferenza preliminare di servizi con un risultato di esito negativo. Ci sono 60 giorni per rispondere”. Qui si è scaldato Falduto: “non è vero. Esito negativo significa che c’è un provvedimento in cui si dice il progetto viene archiviato. Non c’è niente di tutto questo. Non siete neanche riusciti a redigere un verbale, ma dai, di che stiamo parlando?”.
“E perché non fa un ricorso se pensa di avere le carte in regola?”, risponde Malara. “Forse è meglio che Falduto si porti l’Avvocato, come l’altra volta, perché l’altra volta mi ascoltava. Se si vuole fare un intervento, ok, noi siamo aperti, se poi si vuole fare polemica politica io non so perché sono venuto qua. Da esiti, risultati e pareri espressi dagli enti chiamati, quello studio di fattibilità è stato considerato carente. Neanche gli enti ti hanno detto come devi intervenire. Entriamo nel merito: un intervento di quelle dimensioni ha bisogno di essere presentato in modo che si capisca la fattibilità, che sia inserito in rapporto al territorio, gli standard. Non lo dice il Comune, ma le Leggi Nazionali”, aggiunge.
Gli animi si distendono ma l’imprenditore porta avanti le sue convinzioni: “il tuo punto di vista è sbagliato”, dice rivolgendosi all’Assessore. “Lo dice la Magistratura? La Magistratura di Sinistra, ideologicamente contraria a questo. Se non vi liberate da questo problema, se ideologicamente dite che io non posso fare queste torri…”. Così Malara prova a spiegare: “quando si presentano progetti di una certa altezza, bisogna capire il rapporto con la città, bisogna presentarli in maniera diversa. Non entro in merito alla qualità del progetto e alla protesta, ma prendo atto di cosa dicono le Leggi”.
Per Falduto “sembra quasi che ci sia un pregiudizio verso gli imprenditori reggini, come se ci fosse la ‘ndrangheta“. E’ qui che arriva la risposta di Malara, con una dichiarazione abbastanza clamorosa: “la delibera del Consiglio Comunale è composta di due parti, in quella descrittiva il Sindaco dice una cosa completamente diversa dal voto che poi ha approvato. Mi viene il dubbio di questa mozione, fa ridere questa cosa. Io non capisco il Sindaco, quando va a individuare questo studio di fattibilità, che non ha gli elementi minimi indispensabili da tutti gli enti. Enti come il Demanio, la Ferrovia, la Regione Calabria”.