“Ogni anno di questi tempi, è sempre la stessa storia! Come si spiega il fatto che i lavoratori di Messina social city non percepiscano i loro legittimi stipendi e tredicesime nonostante l’art. 8 comma 2 del contratto di servizio dell’azienda speciale approvato dal Consiglio Comunale?“. I consiglieri comunali di Fratelli d’Italia Libero Gioveni, Dario Carbone e Pasquale Curró intervengono sul mancato pagamento degli stipendi e delle tredicesime ai lavoratori della Messina Social City, sollecitate dallo stesso Gioveni alla presidente Asquini proprio in questi giorni.
“Siamo stati inondati dalle legittime proteste dei dipendenti – spiegano Gioveni, Currò e Carbone – per i ritardi degli stipendi che proprio in questo periodo rappresentano una priorità per il personale, anche perché non possiamo accettare come giustificazione il fatto che il contratto delle cooperative preveda che gli stipendi possano essere pagati dal 10 al 20 di ogni mese visto che sistematicamente vengono invece pagati di norma entro il 12″. “Ricordiamo – proseguono i tre consiglieri – che nel contratto di servizio che regolamenta i rapporti fra Comune e Messina Social City, proprio a tutela dei lavoratori alla fine di ogni anno quando si giunge a raschiare il fondo del barile, vi è il comma 2 dell’art. 8 che recita testualmente così: “E’ consentito nel mese di dicembre di ciascun esercizio finanziario, una anticipazione ai corrispettivi relativi ai servizi da svolgere nell’esercizio finanziario successivo, pari a due mensilità calcolate per ciascun mese in misura pari alle fatture emesse per i servizi resi nel mese di novembre. Di chi è pertanto la responsabilità di tutto ciò?“, si chiedono gli esponenti di FdI.
“Dispiace purtroppo dover constatare – concludono Gioveni, Carbone e Currò – che proprio nel periodo più importante dell’anno, mentre si pensa ad abbellire la città di alberi e luci e a renderla suggestiva con musica e spettacoli (tutte cose da noi ad ogni buon conto apprezzate) non si sia pensato per tempo a rendere sereno il Natale a centinaia di famiglie di Messina Social City, moltissime dei quali peraltro monoreddito”.