Mancano poche ore al Capodanno Rai che questa sera porterà la Città di Reggio Calabria a brillare sugli schermi di tutta Italia e all’estero. Momenti di elettricità viva e tangibile, quelli che si stanno vivendo in questi ultimi giorni di grande attesa e che si sono fatti più presenti già dalla conferenza stampa di ieri, svoltasi presso il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria.
Attimi di emozione e di fermento che, addirittura, sono riusciti a portare ad un “armistizio politico” tra il Sindaco Giuseppe Falcomatà ed il Governatore Roberto Occhiuto (piuttosto ai ferri corti nell’ultimo periodo). Un Capodanno che si pone dunque come risultato di una convergenza di intenti rara per una città troppo spesso intrappolata in logiche di contrapposizione politica: un atteggiamento che dovrebbe diventare la norma e non l’eccezione.
Che sia questo un miracolo di Capodanno? Certamente ieri, Reggio Calabria è sembrata viva più che mai, con una serata di prove generali che ha visto un’affluenza di pubblico da urlo, quasi fosse il concerto effettivo.
Certamente, quest’anno il Capodanno Rai non si limita a rimanere un evento di intrattenimento, ma si carica di un valore simbolico per una città che per troppo tempo ha vissuto ai margini delle grandi narrazioni nazionali (vedasi l’ultima posizione nella classifica de IlSole24Ore per qualità della vita). Una Reggio Calabria che, con la sua naturale vocazione turistica, ha visto per anni le proprie potenzialità soffocate da politiche poco lungimiranti, mancanza di infrastrutture e crisi economiche. Un’attenzione mediatica schiacciante, dunque, quella che l’evento promette e che, pertanto, offrirà un’opportunità di riscatto che la città non può permettersi di ignorare.
E tra gli scontri di coloro che cercano di addossarsi i meriti e le glorie, certamente la scelta di Reggio Calabria come sede del Capodanno Rai si inserisce perfettamente in un periodo in cui si intravedono segnali di ripresa (grazie anche all’approdo di Ryanair presso l’Aeroporto dello Stretto: la cui storia è ancora lontana dal poter cantare effettivamente vittoria, seppure i risultati positivi iniziano a farsi sentire).
Certamente, lungi da noi dire che questo evento rappresenti la soluzione ai problemi atavici della Città: inutile ma comunque dovuto, sottolineare che questo Capodanno non debba assumere i connotati di “specchietti per le allodole” che, tra scintille e spettacoli, vuole invece nascondere la realtà disastrosa di una Reggio che per anni è rimasta in coma vegetativo. Ma come ogni buona notizia che arriva in casa, accogliamo questo Capodanno che arriva nel momento più delicato di una Città che ha appena iniziato a gattonare verso il futuro e che, senz’altro, contribuirà a promuoverne l’immagine come destinazione turistica e culturale.
Dunque, seppur lontano dall’essere una soluzione, è un primo passo verso la costruzione di una narrazione diversa per Reggio Calabria. E, forse, è proprio da questi momenti che può nascere una nuova consapevolezza collettiva, unendo istituzioni, cittadini e imprese nel segno di una città che vuole e può risorgere.