Una gaffe, clamorosa. In buona fede? Considerando i protagonisti, avremmo seri dubbi. Parliamo del PD e di Repubblica. Argomento, come avviene spesso in questi casi, il Ponte sullo Stretto. “Il Ponte rischia di affossare i bilanci Anas. La Corte dei Conti: ‘Già danni per 69 milioni di euro'”, titola Repubblica nell’ennesimo articolo-bufala contro l’opera, uno dei tantissimi tentativi (maldestri) di screditare il collegamento stabile, enfatizzando l’ideologico ‘no’ a Sinistra.
E infatti, puntuale, arriva la nota stampa che si “avvale” dell’articolo di Repubblica. E’ firmata dal capogruppo PD in commissione Trasporti, Anthony Barbagallo, e in commissione Ambiente, Marco Simiani, presentando un’interrogazione alla Camera rivolta ai ministri dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, e delle Infrastrutture, Matteo Salvini. Se la prendono con l’Anas, parlano di bilanci in rosso.
“Inoltre, sempre la Corte, contesta anche il ricorso a onerosi e ingiustificati pareri di professionisti esterni e segnala la necessità che la Sdm, particolarmente esposta a gravi comportamenti corruttivi, debba essere riportata nell’ambito di applicazione della normativa anticorruzione e trasparenza, dalla quale attualmente risulta esclusa in quanto partecipata da FS. Il Ponte, dunque, rischia di affossare i bilanci dell’Anas, società importante che va difesa e tutelata. Il governo deve garantire la vigilanza esplicitamente invocata nella relazione della Corte dei conti, superando l’attuale situazione di incertezza determinata dal rapporto concessorio e riportando Anas nell’ambito di applicazione della normativa anticorruzione e trasparenza. Il governo intervenga al più presto”, si legge in una parte della nota.
Falso. C’è l’errore. Ed è grave. Così grave da sollecitare la stessa Società Stretto di Messina, per bocca del Presidente Ciucci, all’ennesima smentita. “La società si conforma alle normative in materia di trasparenza (decreto legislativo 33/2013) e di prevenzione della corruzione (legge 190/2012), ponendo in essere gli adempimenti previsti dalle suddette disposizioni, nonché dai provvedimenti emanati dall’Autorità Nazionale Anticorruzione”, si precisa.
Consultando la delibera 143 del 2024, svelato l’arcano. “Anas, in quanto partecipata da FSI S.p.A., è esclusa dall’applicazione della normativa in materia di anticorruzione e trasparenza. Tuttavia, in considerazione della rilevanza pubblica delle attività svolte, ha ritenuto opportuno continuare ad ottemperare volontariamente alla pubblicazione di dati e informazioni nonché ad alcuni obblighi normativi, individuati in base al criterio del pubblico interesse. Si ricorda che il “Modello volontaristico” di Anas è stato adottato con deliberazioni del Consiglio di amministrazione del 31 gennaio e 9 maggio 2019. In linea con l’art. 31 del d.lgs. 14 marzo del 2013, n. 33, nella sezione sono pubblicate le relazioni annuali della Corte dei conti. La sottrazione di Anas alla normativa anticorruzione andrebbe rimeditata in senso opposto, essendo la Società risultata particolarmente esposta a gravi condotte corruttive e di turbativa delle gare riconducibile alla infedeltà funzionale di alcuni dipendenti di concerto con imprenditori“, si legge nella delibera alla voce “Trasparenza e anticorruzione”.
In pratica, la Corte dei Conti non si riferisce alla Società Stretto di Messina, come erroneamente fatto notare da Repubblica e PD. Fake news, e non è la prima. Il problema è che qui c’è poco da interpretare, è proprio un errore di lettura. E se si arriva a non saper leggere…