Ponte sullo Stretto, Falcomatà e Caminiti provano a bloccare tutto: Comune di Villa e Metrocity di Reggio fanno ricorso al TAR contro l’ok del VIA-VAS

Ponte sullo Stretto, i Sindaci di sinistra di Reggio Calabria e Villa San Giovanni provano a bloccare la realizzazione della grande opera che porterà grande sviluppo al Sud: preferiscono rimanere degradati e sottosviluppati. L'ultima follia di Giuseppe Falcomatà e Giusi Caminiti

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Clamorosa ed eclatante azione dei Sindaci di Reggio Calabria e Villa San Giovanni, Giuseppe Falcomatà e Giusi Caminiti. I due esponenti di sinistra, evidentemente accecati dall’odio per Salvini e per il centrodestra, pur di fare lotta politica tentano di fermare lo sviluppo del loro territorio. I due, infatti, da Sindaci della Città Metropolitana di Reggio Calabria e del Comune di Villa San Giovanni, hanno fatto ricorso al TAR contro l’OK della Commissione VIA-VAS che nelle scorse settimane aveva autorizzato la realizzazione dell’opera. Un provvedimento folle, che rischia però di far slittare ulteriormente i tempi. E forse è proprio questo l’obiettivo della sinistra, che già nel 2006 con Prodi e nel 2012 con Monti, la prima cosa che ha fatto quando è arrivata al governo è stata quella di bloccare il Ponte sullo Stretto, scippando il Sud dell’investimento più grande della storia.

A dare la notizia del ricorso, il segretario comunale del Pd di Villa San Giovanni Enzo Musolino, che in una nota scrive: “La Città di Villa e la Città Metropolitana di Reggio hanno impugnato al TAR del Lazio il parere “positivo” della Commissione Via VAS sul Ponte di Salvini. E’ una notizia importante che fa chiarezza, sgombra nubi, mostra una chiara direzione. Le Città calabresi dello Stretto hanno impugnato la procedura per violazione di legge ed eccesso di potere: il Giudice Amministrativo è chiamato ad annullare un parere solo formalmente “positivo” perché, in sostanza, le 60 prescrizioni sono non ottemperabili allo stato dell’arte, il progetto va rifatto tutto, si deve tornare alla fase degli studi preliminari, c’è un’evidente contraddizione tra la pressione politica delle Destre, le pronunce sottoposte a condizioni insuperabili da parte dei tecnici, la realtà di un Territorio che sta subendo da troppo tempo decisioni lontane, estranee agli interessi dello Stretto. Villa e Reggio hanno detto basta! Stretto di Messina Spa, Webuild, Salvini e compagnia cantando si rassegnino”. 

“E gli esposti, i ricorsi e le denunce non sono finite: il Partito Democratico e le altre forze politiche di Centrosinistra non mollano la presa: oltre al TAR (con l’iniziativa delle Amministrazioni) sono coinvolte tre Procure della Repubblica e le Autorità Indipendenti Anti Corruzione e di Tutela del Mercato e della Concorrenza.  E il PD messinese, con il segretario Armando Hyerace, sta mettendo sotto pressione il Sindaco Basile. L’esercizio bruto di potere merita di essere censurato a tutti i livelli!”.

Ponte sullo Stretto, presentato ricorso per annullamento parere VIA

“Ponte sullo Stretto: la Città di Villa San Giovanni e la Città Metropolitana di Reggio Calabria hanno notificato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e a tutti i ministri interessati, alle regioni Calabria e Sicilia, alla controinteressata proponente il ricorso per chiedere al Tar Lazio l’annullamento del parere della Commissione VIA del ministero dell’ambiente per vizi di legittimità ed eccesso di potere in ogni sua forma, sollevando dubbi di costituzionalità sulla decretazione d’urgenza del DL Ponte e del DL Infrastrutture”. E’ quanto affermano in una nota il sindaco, la giunta, il gruppo consiliare “Città in movimento”.

“Le due amministrazioni congiuntamente sin dall’avvio della procedura avevano chiesto ai due ministeri competenti (MASE e MIT) di sospendere la procedura in attesa di studi tecnici specifici, evidenziando le lacune progettuali tali da non rendere possibile un giudizio di merito dello stesso, evidenziando tra l’altro il rischio incompiuta legato alla cosiddetta “realizzazione per fasi costruttive progressive”. Una richiesta al MIT (14 e 31 maggio 2024) che continua ad essere valida, considerato che le Amministrazioni ad oggi non hanno alcuna conoscenza dell’incidenza diretta del progetto sul territorio comunale e metropolitano”.

“I territori hanno il diritto di avere garanzie e certezze, hanno l’obbligo di tutelare ambiente e paesaggio e di difendere i diritti dei cittadini, hanno il diritto e il dovere di governare le fasi di cambiamento. Il parere della Commissione VIA pubblicato il 19.10.2024 rileva la non ottemperanza delle prescrizioni poste nel 2003 al progetto preliminare e pone 62 prescrizioni all’attuale definitivo aggiornato che confermano tutte le eccezioni sollevate dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria nell’aprile scorso e dalla Città di Villa San Giovanni fino al 13 ottobre, soprattutto circa la carenza di studi di dettaglio specifici, progetto di cantierizzazione e progetti di risoluzione delle interferenze”.

“Nel ribadire una posizione già espressa, non ideologicamente orientata ma protesa esclusivamente alla tutela del territorio e alla difesa dei diritti dei suoi abitanti (precipuamente quelli degli espropriandi), le due amministrazioni hanno attentamente valutato dal punto di vista giuridico e tecnico il parere espresso dalla commissione VIA VAS, addivenendo alla conclusione che lo stesso non dà garanzie, finendo per rinviare ogni valutazione di compatibilità ambientale di questo progetto ad un giudizio di ottemperanza previsto per la maggior parte delle prescrizioni “prima della presentazione della progettazione esecutiva”. Questa considerazione trova conferma nell’impugnato parere, dal momento che gli approfondimenti e le integrazioni documentali richieste nella procedura di Valutazione di impatto Ambientale presuppongono l’esecuzione di analisi e indagini di campo, sia per il versante Sicilia che per il versante Calabria, che non sono mai state effettuate; l’esigenza “di svolgere nel modo più accurato ed approfondito le integrazioni richieste dalle Autorità competenti nell’ottica di dare piena ed effettiva promozione al valore ambiente” è rimasta solo un buon proposito ma nulla di più rispetto alla relazione di aggiornamento del progettista che non poggia su dati scientifici ulteriori”.

“Con specifico riferimento alla Città di Villa San Giovanni, è provata l’esistenza di una faglia attiva e capace denominata “Cannitello” sotto le fondazioni dei pilastri lato Calabria con prescrizione della “Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale” di eseguire nuove indagini che pongono ulteriori perplessità sulla fattibilità dell’opera (normativamente la progettazione definitiva deve chiarire ogni aspetto di questo tipo in maniera certa), studi specifici e di dettaglio ed approfondimenti preliminari completi su tutte le faglie attive e capaci presenti nell’ambito in oggetto”.

“Idem rispetto al problema dell’erosione costiera, non valutata e carente di studi specifici; manca qualunque analisi delle previsioni dei documenti di pianificazione, in contrasto con la puntale prescrizione n.1 della Delibera CIPE del 2003 di approvazione del progetto preliminare in base alla quale il progetto definitivo dovrà essere sviluppato in modo che, ferma la predetta localizzazione, si pervenga alla massima possibile compatibilità con le strategie ed i piani di sviluppo con i quali è destinato ad interagire. La mancata esecuzione della VAS trascura colpevolmente tale prescrizione. Il progetto definitivo aggiornato ed esitato dalla Commissione VIA VAS, secondo la normativa vigente e il Dl.gvo 50, non assurge da alcun punto di vista (tecnico-progettuale, economico, ambientale, paesaggistico) a livello di progettazione definitiva. Preoccupano gli enti, nel merito, la mancata previsione di un monitoraggio continuo – prima, durante e dopo l’eventuale realizzazione del ponte – della qualità dell’aria, l’erosione costiera e la mancanza di interventi di ripascimento; la mancanza di regolamentazione e rigenerazione degli elementi identitari dell’area dello Stretto”.

“Un’area che non deve essere snaturata dall’opera ponte, ma tutelara nel suo patrimonio storico, ambientale e culturale e gli enti rappresentativo dei territori non possono essere soggetti passivi di interventi che modificherebbero in maniera sostanziale e definitiva l’Area dello Stretto. Tutela del paesaggio quale valore costituzionale, tutela degli espropriandi, paventato rischio di un’eterna incompiuta con ricadute nefaste inimmaginabili per la sopravvivenza dello stesso tessuto sociale metropolitano, sono le ragioni squisitamente politiche della decisione assunta, considerato che il parere espresso dalla Commissione VIA VAS presenta profili di dubbia costituzionalità, vizi di violazione di legge ed eccesso di potere, e dunque, occorre, tutelare gli interessi della città di Villa San Giovanni come comune su cui impatta completamente l’opera Ponte e gli interessi della Città Metropolitana di Reggio Calabria e dell’Area dello Stretto. Sappiamo esserci larga convergenza amministrativa e politica sulla posizione espressa, soprattutto sappiamo esserci su ciò la convergenza delle nostre comunità che vogliono essere protagoniste di ogni decisione di sviluppo di questo territorio straordinario”.

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