Non solo ultima, ultimissima, ma anche in grado di perdere tante posizioni, ben 6, rispetto a quella dell’anno scorso, di posizione, che era già di per sé disastrosa. Reggio Calabria fa una figuraccia e si posiziona fanalino di coda nella classifica generale sulla Qualità della Vita stilata dal Sole 24 Ore. E’ il secondo ultimo posto a poche settimane da un’altra classifica, quella di Italia Oggi. Doppia figuraccia, anzi tripla, considerando il tenore dei comunicati stampa di questa mattina da parte del Sindaco Falcomatà e dei suoi “compagni”. Che minimizzano, accusano, attaccano, quasi come a voler alimentare quella teoria del complotto che tanto male fa alla cittadinanza, sempre in preda a crisi vittimistiche.
L’ultimo posto è frutto della media delle posizioni nei 6 indicatori giudicati dal Sole 24 Ore: Ricchezza e Consumi (92ª); Affari e Lavoro (103ª); Demografia e Società (96ª); Ambiente e Servizi (107ª); Giustizia e Sicurezza (82ª); Cultura e Tempo Libero (96ª). Reggio Calabria è agli ultimi posti un po’ ovunque. Malissimo in Ambiente e Servizi, la posizione migliore (o meno peggio) è su Giustizia e Sicurezza. Ma perché questo disastro? Nello specifico, di questi 6 indicatori, cosa è stato analizzato nel dettaglio? Andiamo a scoprirlo in maniera approfondita.
Ricchezza e Consumi
Dei 15 parametri analizzati, il peggiore è il 103° posto per famiglie con Isee basso. Reggio Calabria è una delle città d’Italia con gli Isee più bassi per le famiglie. Praticamente la metà delle famiglie del territorio, ovvero il 49,7% sul totale, ha un Isee inferiore a 7 mila euro. E’ un dato significato della povertà della città. Di questo parametro, però, va considerata anche la percentuale di lavoro nero, non conteggiata nel calcolo Isee in quanto non dichiarata. E’ anche per questo se tante città del Sud, tra Sicilia e Calabria (ma ultima è Napoli), sono tra le ultime. A tal proposito sono da segnalare le prime posizioni (5ª) nella disuguaglianza del reddito netto e nel trend del Pil pro capite (4ª), anche se – come fa notare il Sole 24 Ore – “è più facile avanzare partendo da valori modesti”.
Affari e Lavoro
In questo indicatore Reggio è quartultima o 103ª. Il campanello d’allarme è sulle cessazioni di attività ogni 100 imprese registrate. Sono 3,69 sul totale. Quasi 4 su 100, che ne fanno di Reggio la terza citta d’Italia. Un dato tristissimo, evidenziato dai numerosi negozi chiusi, con le serrande abbassate e con la scritta “vendesi”, magari dopo soli pochi mesi di attività. E’ la dimostrazione di quanto il mondo dell’imprenditoria abbia sofferto e stia soffrendo, alla luce della fuga di cervelli e dello scarso supporto degli amministratori. Come non dimenticare la battaglia sui dehors o le ordinanze di sgombero a locali poi rimasti chiusi e ora oggetto di degrado e roghi. Ma anche lo sfogo del proprietario di “Ma Sushi”, diventato virale in tutta Italia, che conferma quanta poca attenzione e considerazione ci sia della politica attuale verso gli imprenditori della città.
Restando in tema lavoro, Reggio è terz’ultima anche per tasso di occupazione, con un 45% che significa meno della metà. In città lavora – quantomeno con un contratto registrato – meno della metà della popolazione. Di pari passo anche il tasso di mancata partecipazione al lavoro, che fa di Reggio la penultima città con un tasso del 37,7.
Demografia, salute e società
Qui c’è una delle peggiori note dolenti: il saldo migratorio. Reggio è penultima, davanti solo a Caltanissetta, con una differenza di -3,1 tra iscritti e cancellati all’anagrafe ogni 100 mila abitanti. E’ uno dei parametri che dovrebbe far riflettere maggiormente l’Amministrazione Comunale. Anziché accusare il Sole 24 Ore, o rigirare come sempre la frittata recitando il ruolo da vittimista, dovrebbe interrogarsi sui motivi per cui la popolazione abbia subito questo netto, evidente e pauroso calo demografico negli ultimi 10 anni. Ovviamente, niente di tutto questo: il Sindaco Falcomatà, però, ha tenuto a far notare il 4° posto nell’indice di fecondità, una mosca bianca in tutto questo disastro, con l’1,37 di nati vivi per donna.
Ambiente e servizi
Qui si consuma il disastro, con l’ultimo posto – nell’indicatore generale – frutto di una serie di altrettanti ultimi posti. Come quello sulla Qualità della Vita di bambini, giovani e anziani. E menomale che ci sono il sole e il mare. Ma Reggio è penultima anche per Ecosistema Urbano e quart’ultima per indice di fragilità urbana. Male, malissimo, l’indicatore peggiore proprio dove la città avrebbe potuto sfruttare meglio le proprie risorse, quelle della natura e del clima. E invece no, anche questo sondaggio le distrugge.
Giustizia e Sicurezza
Qui Reggio è 82ª, grazie agli ultimi posti in “Altri delitti mortali denunciati” e in “Indice di litigiosità”. Anche se in questo caso va sempre considerato un aspetto: questi parametri sono forniti in base al numero delle denunce e non in base a quelli dei reati realmente commessi. In parole povere: ci può essere un reato, ma senza denuncia non rientrerà mai all’interno di questi indicatori.
Cultura e Tempo Libero
In questo indicatore, Reggio non emerge nelle ultime 5 e nelle prime 5 in nessun parametro, ma si posiziona 96ª nella classifica generale. Rimane di certo il grave deficit delle risicate strutture sportive e la clamorosa barzelletta legata alle piste ciclabili. In città non esiste un luogo in qui poter pedalare liberamente e tranquillamente in bicicletta.
Riflessioni
Cosa emerge da tutto questo? Emerge che non bastano delle luminarie o qualche area giochi a interrompere l’emorragia sempre più profonda aperta in questa città da ormai troppo tempo. L’emergenza rifiuti, l’assenza di strutture sportive, le incompiute, la fuga di cervelli sono tutti parametri gravissimi e su cui serve tutto meno che essere vittimisti.