Reggina, al Sant’Agata i giovani eroi della Juniores danno un’altra lezione dopo l’ennesimo sopruso della società

Reggina, la protesta della squadra Juniores si infiamma dopo che la società decide di allontanare dal Sant'Agata 6 giovani calciatori considerati "responsabili" dell'ammutinamento. Gli altri compagni li seguono e abbandonano il Centro Sportivo

StrettoWeb

Ennesimo pomeriggio surreale al Centro Sportivo Sant’Agata, dove un manipolo di ragazzini di 17 anni continua a dare lezioni di dignità a tanti adulti che da troppo tempo preferiscono chiudere gli occhi rispetto a soprusi, menzogne e porcate di ogni genere. Stiamo parlando dei ragazzini della Juniores della Reggina, da tre giorni in protesta per il folle esonero di Tobia Assumma: una vicenda brutta, bruttissima, che finirà in Tribunale.

Oggi doveva essere il primo giorno con il nuovo allenatore, Salvatore Ripepi. E invece l’allenamento è saltato di nuovo, nel modo peggiore. Non per colpa dei ragazzini, ovviamente: ormai rassegnati alla situazione, e senza alcun tipo di preclusione nei confronti del nuovo mister, erano arrivati al Sant’Agata (sono tutti di Reggio, della Provincia o di Messina, chi non è della città viaggia da pendolare, non c’è più la foresteria – doppio sigh!) e nel primo pomeriggio si stavano preparando all’allenamento.

Mentre erano nello spogliatoio, sei di loro vengono chiamati dalla dirigenza negli uffici: si tratta – secondo il club – degli “organizzatori” della “rivolta” dei giorni scorsi. I “responsabili” dell’ammutinamento. Tra loro anche i ragazzi che hanno rifiutato la convocazione in prima squadra per la partita di Coppa Italia con l’Enna, rispondendo al club “adesso giocate voi“. Questi sei ragazzi vengono convocati negli uffici del club e sottoposti ad un vero e proprio interrogatorio sui motivi del mancato allenamento dei giorni scorsi, e poi vengono addirittura allontanati dal Centro Sportivo. “Per oggi lo decidiamo noi che voi sei non vi allenate, tornate a casa fino a diversa comunicazione”.

La protesta si allarga: la solidarietà di tutta la squadra e la rabbia, “qui non torniamo più”

I ragazzi tornano nello spogliatoio per prendere le loro cose e andare via, ma quando i compagni gli chiedono come mai se ne stanno andando e vengono a sapere dell’accaduto, allora decidono di seguirli tutti insieme. Praticamente tutta la squadra abbandona il Centro Sportivo Sant’Agata, per una protesta che si infiamma ulteriormente. “Sabato a Locri non ci vado neanche se mi pregano in ginocchio”, dice qualcuno. “Qui dentro non ci torno più” incalza qualche altro. Fatto sta che escono, sbattendo anche la porta per la comprensibile rabbia, sotto gli occhi tristi del povero mister Ripepi che vede così vanificato dal club il suo primo giorno di allenamento.

Fuori dal Centro Sportivo Sant’Agata i ragazzi, sconsolati, si salutano: alcuni tornano a casa. Altri rimangono insieme e passeggiano, nervosamente, per scaricare la rabbia. Arrivano fuori dall’ex Pinetina, vedono un campo da calcio e non ci pensano due volte: improvvisano una partitella come si faceva una volta in piazza, e ritrovano il piacere dello sport e dei suoi valori più sani. Il rispetto, il gioco di squadra, l’amicizia, la passione.

Mentre oggi pomeriggio il Granillo è stato profanato persino dall’Enna, vincente contro la prima squadra della Reggina, questi ragazzi hanno dato l’ennesima lezione di sport e di vita. E i dirigenti del club hanno confermato per l’ennesima volta il loro livello e spessore.

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