A seguito di un mio articolo pubblicato su questo giornale che ripercorreva una fastidiosa vicenda, attraverso la redazione sono stato contattato dal comandante della Polizia Municipale di Reggio Calabria, dott. Salvatore Zucco, che, con grande senso di responsabilità e molto garbo, si è detto subito disposto a incontrarmi e a scusarsi per l’episodio. Approfitto di questo spazio per rispondergli.
Gentilissimo Comandante, la ringrazio per la sua solerzia e la sua disponibilità, che qui da noi non sono mai scontate, e mi scuso se per ora non potrò rispondere al suo invito. Quanto al resto, cosa dire? Io mi occupo di giornalismo, Lei ha a che fare quotidianamente con la villania dei concittadini: due attività che, se fatte con coscienza, spesso rischiano di diventare antipatiche.
E così il giornalista deve dare voce a chi la voce rischia di non averla, e denunciare episodi fastidiosi, mentre il vigile deve sanzionare chi si comporta male, e non lo invidio affatto. E se vivessimo in un mondo ordinato, e tutto andasse bene, molta parte della nostra attività sarebbe inutile. Ma non è così: Reggio è una città terribilmente complicata dove c’è molto da fare e molto da migliorare. Ma non ci si arrende e si va avanti, con l’entusiasmo di chi ha scelto di viverci e non si desiste nonostante tutti gli schiaffi che vivere qui comporta ricevere ogni giorno.
Talvolta, certo, si inciampa: nulla di grave, gentilissimo Comandante. Ci si rialza e si riprende il cammino, con la consapevolezza che questo fa parte delle asperità del percorso e che abbiamo un compito da portare avanti, e dobbiamo farlo al meglio in un territorio difficile. Se avessi voluto un mondo ordinato, allora sarei rimasto in Toscana, ma mi sarebbe sembrata una fuga, come quella di tanti altri che guardano il Sud solo come un luogo di confronto e commiserazione. E invece le battaglie si deve avere il coraggio di combatterle dal di dentro.
E se capita qualche episodio fastidioso, e ne capitano tantissimi in chi è impegnato, capire cosa non è andato bene e fare in modo che la prossima volta andrà meglio. Non per non sbagliare più, che è cosa impossibile in chi si impegna ogni giorno, ma per offrire un servizio sempre migliore a chi ci guarda e di cui dobbiamo meritare la fiducia. Una fiducia che va guadagnata giorno dopo giorno punendo l’arroganza di pochi per premiare il civismo dei molti: è a loro che lo si deve. Anche perché, mi diceva un maestro di giornalismo, per capire cosa succede in una città con gli occhi del cittadino basta aprire la porta e uscire a fare una passeggiata, e qui talvolta lo spettacolo è sconsolante, forse perché a volte quei pochi arroganti si sentono troppo impuniti. Credo che non ci manchino né i mezzi né la buona volontà per affrontare una impresa titanica, e questa sua sensibilità me ne dà prova. Cordialmente.