“Con la presente esprimiamo la nostra solidarietá alla Giornalista Emilia Condarelli, per le violenze verbali subite in occasione della recente conferenza stampa da parte del Sindaco e Vice Sindaco. Riconosciamo in Lei una professionista seria di esperienza prodiga a raccontare i fenomeni della città sempre con obiettività e professionalità, quindi appare surreale ed inadeguato il comportamento assunto dalle due cariche istituzionali“. E’ quanto scrive in una nota il Coordinatore Regionale di Democrazia Sovrana e Popolare, Giuseppe Modafferi. “Dall’altra parte condanniamo l´azione immorale ed arrogante messa in atto da due personaggi che con questi dettagli dimostrano al loro reale essenza caratterizzata da scarso spessore umano che si trasforma in arroganza. Personaggi che forti di un potere che dovrebbe essere di servizio alla comunitá, invece viene utilizzato per soddisfare pulsioni egoiche ed ostentato in ogni possibile occasione. Sia dalle parole espresse che dalla mimica corporale e facciale appare una totale mancanza di rispetto verso la giornalista, la quale peraltro sollevava civilmente un problema di metodo“, sottolinea la nota.
“Hanno la mania della parata”
“Presi dalla mania della “parata” permanente hanno mescolato una conferenza stampa con un´assemblea, noncuranti della prassi che caratterizza simili eventi e delle esigenze professionali dei giornalisti, due sintomi che palesano ignoranza da un lato ed una volontá a fare come meglio credono al di lá di ogni regola e rispetto per il lavoro altrui. Tali comportamenti denotano l’incapacitá a reggere un confronto dialettico, grave lacuna per chi vuole assumere un ruolo di servizio pubblico, tipico di personaggi racchiusi nella loro campana di vetro e che amano attorniarsi di paggetti ossequiosi, un approccio che fa male alla democrazia ed al vivere civile”, rimarca la nota.
“Porgano le scuse alla giornalista”
“Purtroppo i personaggi si fanno forza di una impunità, che viene loro concessa nonostante i disastri amministrativi che sono sotto gli occhi di tutti, tali manifestazioni di delirio di onnipotenza oltre ad essere riprovevoli da un punto di vista morale non fanno bene al clima politico sociale e culturale della città. Confidiamo che se ben consigliati porgano lo loro dovute scuse alla giornalista, e facciano tesoro di tale esperienza, anche se la saggezza popolare insegna che chi nasce tondo non muore quadrato. Proponiamo di ripristinare una figura di servizio utilizzato nell´epoca romana con il compito di sussurrare all´orecchio dell´imperatore durante i suoi trionfi una frasetta magica “memento mori”, conclude la nota.