“Così come preannunciato con “l’editto” emanato mesi fa dopo i fallimentari risultati elettorali per le Elezioni Europee della lista -Libertà Sud chiama Nord, si è completato “l’assestamento “degli assetti operativi di tutte le Società Partecipate del Comune di Messina. Nomine fatte dal Sindaco Basile e “concordate” con il leader del “suo” Movimento politico di appartenenza, e sembra, in qualche caso, effettuate singolarmente senza che si sia dato luogo alle procedure di selezione delle varie candidature previste dalle normative vigenti riguardanti Enti e società pubbliche“. E’ quanto afferma in una nota gruppo di Iniziativa e Resistenza Civica “Rispetto Messina”. “Un elemento necessario per la regolarità e legittimità delle nomine stesse; così come avvenuto per la figura del nuovo direttore generale della Città Metropolitana, che, così come avevamo sottolineato, non poteva essere nominato senza che venissero individuati e resi pubblici i criteri di selezione e di scelta da inserire nel decreto Sindacale di nomina. Così come va evidenziato che il requisito prioritario e preminente richiesto (tranne qualche eccezione) per le riconferme o nuove nomine nelle varie Partecipate non sia stato la competenza specifica e settoriale, ma un certo “fideismo” coniugato con candidature nelle varie competizioni elettorali nelle liste di “Sud chiama Nord” o liste collegate“, rimarca la nota. “Ed invece di razionalizzare la spesa, nominando nelle società a totale partecipazione pubblica comunale, così come previsto dalla legge Madia, un solo amministratore unico, si è proceduto alla nomina di cda costituiti ciascuno da Presidente e due componenti per tutte le SEI società Partecipate. Una scelta che, peraltro, è in totale contrasto con quanto promesso in campagna elettorale nel 2018 dal candidato Sindaco De Luca che, nell’ annunciare l’abolizione delle società Partecipate le aveva marchiate definendole come dei “bancomat” inutili”, spiega la nota.
“Mentre abbiamo assistito nel corso di questi ultimi anni non solo alla proliferazione delle Partecipate ed alla Istituzione di nuove “Fondazioni”, fino a produrre qualche “doppione”, ma anche all’ampliamento delle loro funzioni e dei loro “campi di intervento” Con la conseguenza, fino ad ora poco attenzionata, che alcune di queste strutture che sono caratterizzate da “ipertrofia” del proprio organico, stanno svolgendo ruoli propri delle strutture Comunali e dei settori tecnico amministrativi, utilizzando per l’affidamento di servizio ed interventi “scorciatoie “, rispetto a quelle leggi e normative in vigore a cui debbono, invece, rifarsi le strutture operative del Comune di Messina, che gradualmente vengono sempre più sminuire delle loro attribuzioni di servizio. E non vorremmo che dalla slogan populista e smentito dai fatti della “abolizione delle Società Partecipate” si passasse alla realtà sempre più prossima del ridimensionamento e della minimizzazione dello stesso Ente Comune che viene sempre più utilizzato come strumento di “gestione particolaristica e propagandistica” e come mezzo per accrescere il potere politico di pochi”, conclude la nota.