Riscoprire il valore delle comunità siciliane emigrate nel mondo, mettere in rete le realtà associative che curano i rapporti con gli italo discendenti all’estero ed infine creare una forte interazione tra il Turismo delle radici e le politiche turistiche. Sono questi gli spunti di riflessione emersi dal convegno “Memoria Identità Ritorno” che si è tenuto nell’Aula Cannizzaro dell’Università di Messina, organizzato dal Messina Tourism Bureau per fare il punto dello stato dell’arte del turismo delle radici in Sicilia.
“Il turista delle radici non viaggia per vedere ma per sentire, provare emozioni”, è questo il punto di partenza per investire sulle potenzialità del settore e sulla necessità di creare sinergie, valorizzare strumenti operativi per far sì che gli 80 milioni di italo discendenti nel mondo ritrovino i luoghi dei loro avi e riallaccino legami profondi con la cultura, le tradizioni, l’identità delle terre di origine.
Nel portare i saluti il sindaco Federico Basile ha sottolineato l’importanza strategica della Rete Metropolitana dei Comuni per il Turismo delle radici, promossa da MTB e che sta diventando un modello operativo per altre realtà siciliane e non solo.
Ad introdurre i lavori sono stati il professor Filippo Grasso che ha annunciato una serie di iniziative sul turismo delle radici che si terranno nel 2025 ed il presidente di MTB Gaetano Majolino che ha rilevato come la positiva esperienza della Rete Metropolitana debba essere consolidata nei prossimi anni. I siculo discendenti nel mondo sono oltre 5 milioni, per questo è importante sensibilizzare le comunità locali sul tema dell’emigrazione e creare sui territori un’offerta turistica mirata e integrata rivolta ai viaggiatori delle radici. L’obiettivo è accogliere chi viaggia per riscoprire le proprie origini, ritrovare luoghi, tradizioni, culture, identità che sono stati dei propri avi che hanno affrontato gli innumerevoli sentieri delle emigrazioni.
Il coordinatore nazionale Turismo delle radici Giovanni De Vita ha illustrato i grandi numeri registrati da Italea, la piattaforma del ministero degli Affari Esteri per promuovere il settore e che fornisce servizi, informazioni, risponde a richieste su alberi genealogici ed itinerari destinati ai “viaggiatori alla scoperta delle origini”.
Nel corso del dibattito sono stati approfonditi gli aspetti legati all’economia del turismo di ritorno, all’esigenza della formazione degli operatori del settore e della digitalizzazione dei comuni. Toccante è stata la testimonianza di Filippo Ricciardi, sindaco di Limina, figlio di emigranti e primo cittadino di un paese che ha 731 residenti ma oltre 1300 iscritti all’Aire (l’anagrafe degli italiani nel mondo). Le sinergie sono indispensabili come emerso dall’intervento del professor Marcello Saija, direttore del Museo dell’emigrazione e dei rappresentanti delle agenzie di viaggio e degli operatori turistici.
In questo senso la Rete Metropolitana dei Comuni per il Turismo delle Radici in meno di un anno è diventato uno strumento operativo ed un modello di governance che ha riscosso l’interesse di tante altre realtà territoriali e che si propone di dare stabilità ad un settore importante anche negli anni a seguire.
Un dibattito articolato che si è avvalso degli interventi anche del professor Fabrizio Antolini (past president Sistur), Maurizio Giambalvo (coordinatore regionale Italea), di Fabrizio Ferreri e Marco Platania (Università di Catania), Nicola Salerno (Fiavet), Giuseppe Terranova (Università di Messina).