“Oggi stiamo inaugurando la nuova pista ciclabile di via Domenico Tempio. Ho letto in questi mesi tanti commenti da ultras del “contro a prescindere”. Per un punto di vista non fazioso, credo sia opportuno riproporre il post dell’ing. Sebastiano Catena, persona con specifiche competenze, che mi dicono non avere le mie stesse idee politiche, ma con il “vizio” dell’onestà intellettuale: La nuova pista ciclabile per la Plaja. Facciamo un po’ di chiarezza”. Comincia così il lungo post del Sindaco di Catania Enrico Trantino nell’annunciare l’inaugurazione della nuova pista ciclabile.
Premessa
“Ho voluto constatare in prima persona la fondatezza delle infinite polemiche e delle feroci critiche piovute sull’Amministrazione e ho dedicato un’oretta di tempo per percorre con serenità la nuova ciclabile, infrastruttura che concretizza, finalmente, la possibilità di percorrere in sicurezza il tragitto fra Piazza Duomo e la Plaja di Catania. Si può infatti partire proprio da Piazza Duomo, attraversare Porta Uzeda e la Pescheria e ritrovarsi nell’innesto della ciclabile, a destra della via Cristoforo Colombo. Su questo tratto, realizzato sul piano stradale, saranno collocati i cordoli di separazione”.
“Quanto ho visto mi è bastato per constatare che molte critiche provengono da chi non ha nemmeno lontanamente idea di cosa sia una bicicletta e di quali siano le insidie e i pericoli di andare per strada in bici. Le critiche più roventi provengono proprio da chi si è assunto il ruolo di contrastare quotidianamente l’evoluzione verso una città più vivibile, la mobilità sostenibile, le aree pedonali, le ZTL, la rigenerazione urbana, insomma, tutto ciò che nelle città civili è normalità”.
La situazione preesistente
“La situazione preesistente era scandalosa. Per un turista ospite di una struttura ricettiva del centro viene naturale programmare di arrivare alla Plaja a piedi. Sono poco più di due chilometri e non sono autodipendenti e disabituati a camminare come il catanese tipico. Il contesto ante operam è ben rappresentato in due delle fotografie allegate al presente post. Turisti (e sporadici concittadini) costretti a camminare in una discarica nello spazio non definibile delimitato dal guardrail e dal cosiddetto “Parco del Faro” (ma quale genio ha definito parco uno spartitraffico), costretti ad attraversare una rotatoria pensata per i TIR e le auto, senza un attraversamento pedonale. Pericolosissimo!”.
Le critiche mosse alla ciclabile – Il Tracciato
“La prima critica mossa alla ciclabile riguarda il tracciato: sarebbe dovuto passare dall’area portuale. Bella scoperta. Quando fu chiuso il porto alle bici un gruppo di noi ciclisti organizzò una manifestazione di protesta al porto. Combattemmo contro i mulini al vento. Realisticamente, per far passare la ciclabile dal porto, si sarebbe dovuto aspettare l’attuazione del nuovo PRG dell’area portuale … 10 0 15 anni? Meglio un uovo oggi che una gallina domani.
Altra soluzione: in aderenza al muro di delimitazione dell’area portuale. Soluzione proposta e condivisa da diverse associazioni (e da me, personalmente), avrebbe tuttavia imposto notevoli variazioni alla circolazione, specialmente in via e Piazza Alcalà, ed obbligato ad un nuovo piano del traffico della zona ed importanti opere complementari. Anche in questo caso i tempi sarebbero stati lunghi e la procedura complessa.
Terza soluzione: in posizione opposta al muro di delimitazione del porto. Soluzione impraticabile, anche per le numerose intersezioni laterali, passi carrai, ostacoli sul marciapiede, ecc.
La soluzione adottata: centro carreggiata. I critici dicono che non si è mai visto da nessuna parte e non risponde al vero. Ci sono diversi casi; le ho viste in centro carreggiata a Bologna e a Barcellona, per esempio. La stessa Bikeitalia sostiene che sono ammissibili nei casi in cui non siano presenti negozi e attività commerciali ai lati della carreggiata, come in via D. Tempio”.
La carreggiata della ciclabile in sopraelevata
“Tanto calcestruzzo, è vero, ma il risultato è di conferire una straordinaria sicurezza al ciclista, totalmente isolato e al riparo dal nemico numero uno di tutte le utenze deboli della strada: gli automobilisti che non rispettano le regole”.
Gli avvallamenti
“Critica avanzata da chi in bici è salito l’ultima volta quando aveva ancora le rotelle. Gli avvallamenti, percorsi in bici, sono impercettibili”.
La resina scivolosa
“Non risponde al vero”.
Il colore della resina
“C’è chi lo propone beige per evitare che si surriscaldi (ma il fattore di assorbimento non dipende solo dal colore), c’è chi lo propone azzurro (ma non era buono solo per i Puffi?), c’è addirittura chi dice che contrasta con il pregevole contesto storico … Il colore scelto, al netto dell’inevitabile alterazione cromatica che subirà nel tempo, va bene così, è un classico delle ciclabili di mezzo mondo”.
Gli attraversamenti ciclopedonali
“Sono quattro, a richiesta, durano il necessario (poco), giusto il tempo per fare attraversare in sicurezza anche i pedoni e non ostacolare il traffico. Sono troppi quattro attraversamenti? Forse sì, ma sono nel numero necessario. E rendono sicuro il percorso”.
Le corsie ristrette provocano incolonnamenti
“La portata di una strada non dipende, entro certi limiti, dalla larghezza delle corsie, ma dal numero di esse. Quattro corsie da tre metri ciascuno (come adesso) valgono quanto quattro corsie da 3.25 m. (situazione preesistente). Anzi, spesso la riduzione della larghezza delle corsie è migliorativa. Il flusso risulta meno caotico, l’automobilista tende in maniera spontanea a moderare la velocità. In ogni caso, ancor prima del numero di corsie delle strada, la portata di una strada è determinata dall’ampiezza della stessa in tutto il suo sviluppo e dalla capacità di ricevere traffico delle intersezioni. In particolare, il flusso in ingresso in Città è quello possibile all’imbocco della rotatoria di Piazza Alcalà, in uscita quello della intersezione della rotatoria del Faro. In entrambi i casi la portata è inferiore a quella di via Domenico Tempio, per cui si può essere assolutamente certi che gli incolonnamenti non sono attribuibili, in nessun caso, alla presenza della nuova ciclabile”.
Gli allagamenti
“I catanesi hanno la memoria corta. In quella strada si sono sempre verificati. In verità è una situazione assurda, perché il mare e lì a due passi; quindi, sarebbe agevole creare le vie di deflusso, ma purtroppo c’è l’area portuale in mezzo…
Una criticità, a causa di un avvallamento che genera una grande pozzanghera, si rileva all’attraversamento del ponticello sul Torrente Acquicella, ma lì sarà facile creare una via di deflusso verso il limitrofo torrente”.
Conclusioni
“Come ho detto all’inizio, finalmente c’è la possibilità di percorrere in sicurezza il tragitto fra Piazza Duomo e la “Plaja” di Catania, sia in bicicletta che a piedi, con un percorso sicuramente migliorabile in alcuni aspetti e forse un po’ tortuoso.
Ritengo che, ad opera completata, chi vorrà percorrerla in bici si ricrederà su molti aspetti. Ora sta all’Amministrazione Comunale rendere il tragitto invitante, invogliando il catanese (pigro per definizione) a rinunciare alle scomodità dell’auto e scoprire le comodità della bici, possibilmente con la collaborazione dei titolari dei lidi. Per esempio, si potrebbe pensare a dei benefit a chi arriva in bici: sconti sull’abbonamento stagionale/giornaliero; colazioni/cocktail gratis in determinate giornate promozionali; parcheggio gratuito in aree sicure; convenzioni su noleggio bici, specialmente per i turisti, ecc”.