Stefano Fiore ci va giù pesante. Pesantissimo. L’ex giocatore della Lazio e della Nazionale, cosentino di nascita ed ex calciatore e dirigente del Cosenza (nel primo periodo di Guarascio), non le manda a dire al Presidente a “I Fatti del calcio”, trasmissione su L’altro Corriere tv. I due non si sono lasciati benissimo e Fiore lo fa subito notare, commentando la gestione e l’attuale momento negativo. “A me dispiace, ma il tempo è galantuomo. Tredici anni fa avevo accettato quel ruolo per dare una mano alla mia città. Allora il presidente era anche giustificato per alcune cose anche se, paradossalmente, era il primo grande ostacolo. Per me, personalmente, e per tutti quelli che sono venuti dopo di me. Oggi siamo al punto di partenza se non peggio. Qualcuno in quegli anni mi diceva che ero troppo severo, ma vedere in questi anni il nostro Cosenza ridotto in questi termini è veramente avvilente”.
“Quando io dicevo alcune cose non venivo preso sul serio, oggi tutti i nodi stanno tornando al pettine. Si è sempre messa una pezza da qualche parte, ma la situazione non è mai cambiata. Non si può sempre pensare di vivacchiare sugli spareggi e soprattutto su una mancanza di serietà, senza programmazione. Non vorrei usare un termine forte, ma alcune cose accadute sono vergognose, penso a professionisti che non sono stati pagati. Si parla veramente del nulla, è con grande dispiacere che devo ammettere che purtroppo non si sono fatti passi in avanti, anzi, di anno in anno la situazione è peggiorata”.
Speranze di salvezza
“Il Cosenza deve essere di tutti e non di uno solo. Il Cosenza è in B senza sapere perché. O almeno è in B grazie agli spareggi vinti, ai fallimenti degli altri club, ai ripescaggi. Non c’è un campo di allenamento, sento che c’è chi avanza dei soldi, i procuratori fanno pignoramenti. Possibilità di salvezza? Poche, anche perché non ricordo mercati fantastici della società, né in estate né a gennaio. Sportivamente parlando in questo momento la situazione è drammatica. Un giocatore prima di venire a Cosenza qualche domanda adesso se la fa. I numeri e la classifica parlano chiaro. Il Cosenza per arrivare quantomeno a un playout deve fare 25-26 punti e ne ha fatti 18, senza contare la penalizzazione, in 23 giornate. In cuor mio spero possa verificarsi un altro miracolo sportivo, ma è molto complicato”.
La cessione
In merito alle voci sulla cessione. “Spero di sbagliarmi, ma la vedo difficile. In passato ho provato anch’io ad avviare una trattativa, ma non ci si è neanche seduti a parlare. Ora magari ci sarà qualche cordata, ma io so che è proprio difficile interagire con lui. Qui mi sento di dare un consiglio: un po’ il pubblico, ma non con la contestazione, e un po’ la stampa, devono far capire alla proprietà che bisogna cambiare. Come? Ad esempio non andando più allo stadio. So che non è facile per un tifoso, ma bisogna dare un segnale forte. Quando si vuole fortemente qualcosa, bisogna fare qualcosa di forte, nella massima civiltà”.