“Si apprende a mezzo stampa di un altro brillante progetto della Ditta Falcomatà & Co.: quello inerente allo sgombero di Piazza del Popolo ed alla sua nuova funziona inerente un parcheggio per auto ed altri mezzi motorizzati. Questa “brillante” operazione pone fine all’area mercatale, alla sua funzionalità, mettendo fine alle attività lavorative in quel punto storico della Città, che permetteva alle classi popolari di provvedere con prezzi accessibili al proprio sostentamento quale l’alimentazione quotidiana, ed al vestiario. Questi sono aspetti sconosciuti al capo inquilino di Palazzo San Giorgio ed ai vari condomini che stanno “albergando” da due mandati, senza fornire utili indirizzi al territorio ed alla cittadinanza”. Comincia così la dura nota di Sinistra Popolare Reggio Calabria, sempre molto pungente nei confronti di Sindaco e Amministrazione.
Ora, il tema è quello caldo: Piazza del Popolo. “Tutto ciò mette ancora a nudo l’incompetenza politico-gestionale, la programmazione ed altre pertinenze utili alle esigenze del territorio e dei suoi abitanti. Un arco di tempo caratterizzato da fumo, aria fritta e disastri di vario genere ed entità che sono rimasti impuniti da parte di coloro che avrebbero, si presume il ruolo di controllare il buon e regolare andamento della res pubblica che qualcuno, per la sua totale incompetenza, ignoranza e consequenziale arroganza confonde con la rex pubblica che rimanda cronologicamente indietro nel tempo ed è ben altra cosa. Nel colmare i vuoti culturali piace ricordare che nel diritto romano monarchico, il re era il capo dello Stato, dotato di pieni poteri, militari, civili e giurisdizionali”, si legge ancora.
“Quest’anno ricorre l’ottantesimo della Liberazione della Penisola italiana, ma la nostra Città, purtroppo rimane strettamente ancorata ad atteggiamenti cronologicamente precedenti sia al 25 aprile che alla data dell’8 settembre, ma queste date, quegli eventi e per l’alto significato degli stessi, non trovano applicazione in riva allo Stretto, dove sono in atto attitudini feudali. Quanto brevemente analizzato in questa disamina, troverà applicazione nelle nuove tornate elettorali: qualche povero poveretto, troverà posto nel Consiglio regionale della Calabria, passando lo scettro a chi, pur se nella trasversalità di logiche affaristiche, ne ha permesso l’ascesa nella tornata elettorale del 2020 a discapito di altri”, si chiude il comunicato.