Il Masterplan di Reggio Calabria 2050: nessun passo avanti rispetto alle proiezioni del lontano anno 2000 (25 anni fa)

Un tuffo nel passato ed uno slancio al futuro. Dal sistema di viabilità del 2000 al Masterplan di Reggio 2050

StrettoWeb

Nel marzo del 2000, come giovane ingegnere, sono stato incaricato quale coordinatore di un gruppo di lavoro dedicato allo studio del sistema della mobilità nell’ambito della Variante Generale al Piano Regolatore Generale. Durante la fase di analisi, allorquando si è dovuto approfondire il sistema stradale urbano, ricordo di aver proposto questa sintesi.

La rete infrastrutturale secondaria del Comune di Reggio Calabria, è caratterizzata, anche da una viabilità di collegamento interna all’area urbana (Strade Comunali principali). La viabilità considerata nello studio, che costituisce lo schema minimo (a livello microscopico) della rete stradale di Reggio Calabria, è costituita da circa 70 strade (ndr. vi risparmio l’elenco). L’interessamento di queste vie è dovuto al fatto che costituiscono strade di collegamento, di attraversamento e di intersezione fra i vari quartieri, e quindi, le 15 Circoscrizioni della città. Inoltre si è verificato che il carico della circolazione e del posteggio degli automezzi che provengono dalla periferia, spesso in concorrenza con i residenti, trova intralci e disagi prevalentemente nelle vie D. Tripepi, Aschenez, Campanella come prosecuzione della Via S. Francesco da Paola, Torrione, Possidonea, per citare i percorsi obbligati in senso nord-sud e viceversa; Piazza Duomo, le vie P. Foti, Furnari, Cattolica dei Greci, D. Romeo in senso mare-monte. Va citato anche che per le strade sottolineate in precedenza, il posteggio auto, da ambo i lati, restringe notevolmente la carreggiata utile al transito dei veicoli, facendo sì che gli stessi debbano procedere ad una velocità al di sotto della media dei 5-10 km/h. Sono da citare ancora le vie a sede stradale molto limitata come le vie D. Tripepi, Torrione e Castello. Nelle vie cosiddette commerciali (quali ad esempio ex Largo Orange ora via Osanna, Via Filippini, Via Aschenez) vi è un’ulteriore occupazione di spazio pubblico: il marciapiede diviene sede di strutture mobili, di esposizione della merce e così la sottostante sede stradale con le macchine di proprietà del titolare dell’esercizio commerciale. È intuibile il disagio che si viene a creare, per il pedone e per l’automobilista, senza un riscontro positivo per l’esercizio stabile che, a nostro avviso, è penalizzato nei suoi rapporti con l’acquirente. In verità è una costante della realtà cittadina, l’occupazione abusiva o a titolo gratuito degli spazi pubblici che rappresentano un costo di manutenzione e rifacimento, per l’Amministrazione Comunale, senza alcuna entrata per il suo bilancio. Solo oggi, la realizzazione di parcheggi comunali gestiti da privati, il Comune sta facendo fronte ad una pecca che si prolunga ormai da parecchio tempo; infatti sono stati realizzati parcheggi a pagamento nelle piazze principali (Duomo, Castello, Garibaldi, Indipendenza), lungo le vie Aschenez, Matteotti etc. Un altro fattore negativo evidenziato durante la nostra analisi è l’assenza di segnaletica stradale che dia l’immediata visualizzazione ai conducenti delle autovetture della direzione da intraprendere sin dall’accesso alla città per raggiungere celermente la destinazione finale”.

Una sintesi che, nel 2000, rappresentava una città in forte sviluppo, dove da lì a poco avviava un complesso ed articolato percorso rigenerativo e di sviluppo.

Il Masterplan del 2050 prevede che “la mobilità, nella visione della città del benessere e della salute è un tema di fondamentale importanza e il principio sul quale si baseranno le proposte è quello di invertire la gerarchia delle reti di mobilità, mettendo al primo posto nell’organizzazione della città la persona e non più l’autovettura privata, così come d’altronde indicato esplicitamente nel Piano Regionale dei Trasporti PRT (2016)” (della Calabria, NdR).

In sostanza, “per accelerare il cambiamento, va adottato un approccio multidisciplinare, investendo contemporaneamente in opzioni di trasporto più sostenibili, riducendo le emissioni di gas serra con l’effetto di migliorare la salute pubblica e creare città più vivibili per tutti aumentando lo spazio pubblico sottraendolo alla viabilità delle automobili”.

Per cui l’obiettivo del Comune di Reggio, si legge sempre nel Masterplan 2050, è quello di ricercare “nel contempo, nuovi rapporti tra spazi pubblici occupati dalla viabilità automobilistica e dai parcheggi a favore di luoghi pubblici di comunità, con la presenza del verde e di attrezzature per la comunità, segnando un passo importante verso una città della salute, più verde e a emissioni zero”.

Nelle aree dove si concentrano i servizi l’utilizzo massiccio dell’automobile genera congestione e problemi di viabilità e di sosta, oltre che ad inquinamento dell’aria e maggiore rischio di incidenti stradali. Il Masterplan assume il principio che la mobilità sia un diritto sociale di cittadinanza che include valori come la coesione e l’inclusione sociale, la salute e la sicurezza dei cittadini, soprattutto dei più vulnerabili, l’equità, la sostenibilità e la partecipazione in un modello che metta al centro le persone e le loro diverse esigenze di mobilità”.

Se dovessimo mettere a confronto lo stato di fatto del 2000 e le proiezioni nel 2050, saremmo così sicuri di aver raggiunto un effettivo miglioramento?

Meditate, gente, meditate.

Condividi