Attraverso la legalizzazione della prostituzione si potrebbero tranquillamente finanziare in cinque anni i lavori per la costruzione del ponte sullo Stretto di Messina. Matteo Salvini, Ministro delle Infrastrutture, ha recentemente lanciato una proposta che sta facendo discutere: legalizzare la prostituzione e tassare i redditi prodotti del settore. L’idea non è nuova, ma mai come ora sembra legarsi a una strategia economica concreta. Lo conferma una ricerca di Susini Group S.t.P., studio fiorentino leader nella consulenza del lavoro.
D’altronde, l’idea del Ministro non è nuova nel panorama europeo. Paesi come la Germania, i Paesi Bassi e la Svizzera hanno già adottato un approccio regolamentato. Secondo le stime di Susini Group StP (studio leader nella consulenza del lavoro), la prostituzione in Italia genera un giro d’affari annuo di 5 miliardi di euro. Il mercato coinvolge circa 3,1 milioni di clienti e 115.000 lavoratori del sesso, un settore che, se regolarizzato, potrebbe portare nelle casse dello Stato oltre 2,6 miliardi di euro all’anno.
“Questi numeri rendono evidente che la legalizzazione e regolamentazione della prostituzione rappresenterebbero non solo una misura di contrasto al mercato nero, ma anche una fonte di finanziamento significativa per progetti infrastrutturali di grande portata come ad esempio la costruzione del ponte sullo stretto di Messina. Una provocazione che in 5 anni potrebbe diventare realtà se si pensa che i costi per la realizzazione dell’opera sono stati stimati in circa 13 miliardi” è il commento di Sandro Susini, consulente del lavoro e fondatore di Susini Group S.t.P.
Legittimare la prostituzione apporterebbe anche alcuni vantaggi fra i quali entrate fiscali dirette, migliore tutela dei lavoratori e dei clienti e contrasto alla criminalità organizzata.
“La proposta di Salvini rappresenta un passo verso la discussione di un tema complesso e spesso evitato ma che potrebbe aprire nuove opportunità per una gestione più umana e sostenibile della prostituzione che attualmente è causa di sfruttamento, traffico di esseri umani e economia sommersa” ha concluso Sandro Susini, consulente del lavoro e fondatore di Susini Group S.t.P.