“La valenza di piazza del Popolo per la sua la sua qualità architettonica è indissolubilmente, legata all’insieme architettonico di cui è parte. Infatti, come autorevoli storici dell’arte e dell’architettura sostengono, nei codici architettonici esistono delle dualità fra spazi interni e spazi esterni; una doppia articolazione che, in buona sintesi, non si riscontra negli altri caratteri linguistici dell’arte. Tale spazio esterno è, quindi, fortemente caratterizzante e distintivo di un periodo storico così come per le funzioni, anche di tipo sociale, che ha rivestito nei decenni successivi alla sua realizzazione, è indiscutibile”. Comincia così la nota di Italia Nostra Reggio Calabria su Piazza del Popolo.
Tra architettura e storia
“Il complesso architettonico e la piazza sono parte integrante del nuovo tessuto urbano reggino, realizzati nel settore settentrionale della città nella fase post-terremoto del 1908; originariamente dovevano accogliere in parte una caserma per giovani fascisti la cui progettazione fu affidata all’ingegnere Flaminio Giuseppe De Mojà. Diverse furono le modifiche successive, finché fu destinata a diventare Federazione dei Fasci di Combattimento con annessa la Caserma dei Fasci Giovanili “Luigi Razza”.
“Lo spazio esterno” fu destinato “a luogo di raduni, arricchito da elementi decorativi simbolici come un’aquila littoria in marmo o le tre lastre bronzee, realizzate dallo scultore Annibale Petrone, rimodulandolo per renderlo fruibile – considerato il diverso piano di calpestio tra piazza e assi viari – con delle scalinate, e completandolo su un lato con basi in travertino, utili a sostenere i pennoni con bandiere fasciste, decorate a bassorilievo e con scritte propagandistiche. La piazza chiamata Piazza XXXI marzo dopo il discorso pronunciato da Mussolini a Reggio Calabria nel 1939 e oggi nota ai reggini come Piazza del Popolo nei decenni continuò ad essere un importante punto di riferimento accogliendo anche un mercato cittadino”, si legge.
Il degrado attuale
“Oggi soffre di un degrado che nel tempo si è sempre più evidenziato rendendo difficile spesso agli occhi di molti apprezzarne la qualità architettonica e i pochi particolari decorativi conservati. Un degrado acuito dallo “stato” dello spazio antistante il suo lato nord dove un edificazione incompleta ed ormai non più recuperabile degli anni 2000, restituisce a questo angolo della città un quadro di desolazione oltreché di tristezza… anche perché frequentemente caratterizzato dalla presenza di “temporanei” elementi di ricovero per i senzatetto”.
“Uno spazio che, va aggiunto, era significativo per la presenza di testimonianze della città greca di Rhegion destinato in età ellenistica ad attività artigianali, scoperto ed indagato dalla Soprintendenza archeologica nei medesimi anni e destinato inizialmente ad essere inglobato nella nuova edificazione senza impedirne la fruibilità da parte dei cittadini interessati alla conoscenza della città antica”.
“La sezione di Reggio Calabria di Italia Nostra si augura che chi di competenza intervenga al più presto con un adeguato progetto di recupero e restauro che non stravolga l’identità architettonica e storica della piazza rispettando i vincoli monumentali apposti per la sua tutela al fine di ridare dignità ad uno spazio urbano che è stato sempre parte integrante della stessa città. E si auspica fortemente anche che ci si attivi affinché anche l’area antistante venga risanata e riqualificata funzionalmente”, si chiude la nota.