Ha accompagnato suo marito dagli USA a Messina. Poi si è seduta, in silenzio, ascoltando l’interessante dibattito. Interventi? Si pensava di no, ma poi ha “calato il colpo” nel momento migliore, quando era necessario, rifilando una vera e propria lezione. Stiamo parlando della Commissione Ponte sullo Stretto di oggi e delle parole di Nina, moglie di Daniel Libeskind, Archistar di fama internazionale intervenuto a Palazzo Zanca per parlare del suo progetto, il Centro Direzionale che sorgerà a Villa San Giovanni in concomitanza del Ponte sullo Stretto.
Nina, la moglie del professionista, è intervenuta praticamente alla fine, per rispondere ad Alessandro Russo. Quest’ultimo, esponente del PD in Consiglio Comunale, non perde occasione per ribadire il suo “no” all’opera. Lo ha fatto anche oggi, in una seduta in cui non si parlava strettamente dell’opera, ma del progetto del Centro, appunto. Lui però ha voluto rimarcare la posizione sua e del partito, la solita, intrisa di benaltrismo. Tra gli altri ha fatto l’esempio dell’acqua che manca in città, Russo, per giustificare la contrarietà all’opera rispetto alle esigenze del territorio, come a non voler capire – o a fare finta di non capire – che il Ponte può portare solo benefici al territorio e non di certo danneggiarlo.
Ed è qui che è salita in cattedra Nina, che in pochi minuti, in inglese (poi tradotto da un’interprete), ha letteralmente “smontato” Russo. “Io ho un background politico, da social-democratica. Capisco la prospettiva riguardo le necessità del territorio, ma bisogna pensare che il Ponte è uno strumento per realizzare la democrazia, per mettere in connessione due comunità e due pezzi d’Italia che devono essere connessi. L’Architetto è sempre una persona positiva, le chiedo di essere fiducioso che questi soldi che verranno realizzati saranno sfruttati per il benessere delle comunità locali”, ha detto la moglie di Libeskind e il suo intervento è stato accolto da un lungo applauso.
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