Ponte sullo Stretto, Siviero: “è da 50 anni che si deve fare altro, ma intanto…”. E quella frase sulla Sinistra favorevole…

Ponte sullo Stretto: le parole dell'esperto Enzo Siviero, Rettore di eCampus, in merito alla grande opera di collegamento stabile

StrettoWeb

“Il Ponte sullo Stretto evoca fratellanza, unione e pace, in tempi di guerra, che purtroppo da qualche anno abbiamo sotto casa. Ponte e pace, due parole quasi equivalenti. Non è tanto costruire un Ponte, quanto avere il coraggio di attraversarlo. L’Italia, fortuna o sfortuna che sia, ha un sistema orografico che impone la realizzazione di Ponti”. Parole e musica di Enzo Siviero, Rettore di eCampus nonché uno tra i massimi esperti di ponti a livello internazionale, in un dialogo aperto con il giornalista Francesco Pungitore.

Come sempre quando parla di questo argomento, del Ponte sullo Stretto e dei ponti in generale, Siviero si apre totalmente, sviscerando ogni dettaglio con serietà ma anche pungolando – in modo elegante – dall’alto della sua competenza ed esperienza. Il Ponte di Messina è l’unico Ponte che divideaggiunge il Professore padovano – perché è diventato un fatto ideologico. Ricordo a tutti che il primo promotore reale era un deputato del Partito Comunista Siciliano. D’Alema, Prodi e Rutelli erano favorevoli, ma oggi siccome lo fa la Destra bisogna dire che non è necessario. Si è zittito quel 15-20% del PD e della Sinistra che non hanno fatto mistero di essere favorevole. Anche sulla Torre Eiffel, sul Mose, c’erano i ‘no’, ma poi si è fatto, e di esempi ce ne sono tanti”.

“Il Ponte si può fare e l’impalcato del Messina Type è stato copiato da tanti per altri Ponti in questi anni. Perché è un impalcato alare disegnato dal vento, in galleria del vento. Il problema dei Ponti di grandi luce non è il sisma, ma in Italia – si sa – tutti sanno tutto. Il Ponte si fa. Mancano 15-20 giorni per il ‘bollino’ del CIPESS, ultimo passaggio, perché tutte le questioni tecniche sono state superate, pur con qualche difficoltà. Dopo che il CIPESS firma, si parte, con una quindicina-ventina di cantieri. Abbiamo 40 km di strade, ferrovie, la metro di superficie, il ripascimento delle coste, la sistemazione idraulico-forestale, la messa in sicurezza del territorio, tutte cose che nessuno dice. La ricaduta territoriale vale più del valore del Ponte stesso, che vale il 40%”.

“Con il Ponte sullo Stretto i traghetti non spariranno”

Non è vero che i traghetti spariranno, secondo me in parte resteranno. Perché, come succede in tutto il mondo, ci saranno i battelli ad andare in giro per far vedere il Ponte. E’ chiaro che se casca un meteorite o una bomba, non possiamo prevederlo, ma in condizioni iper-normali noi facciamo un salto di qualità, quello in cui l’uomo può dominare la natura in senso positivo”.

“Nessuno credo sia in grado di fermare l’opera, lo dico con un po’ di scaramanzia, anche alla luce del ricorso al Tar dei Sindaci di Reggio e Villa. In certi momenti c’è un’ideologia preconcetta che non aiuta l’Italia. Il solo indotto del Ponte, dal punto di vista fiscale ripaga il Ponte. Quando si dice ‘prima del Ponte si deve fare altro’, dico che in 50 anni non è stato fatto nulla. Ora si sta facendo, perché sono le grandi opere che trascinano le piccole”.

 

Condividi