“Mancanza di studi tecnici sui rischi sismici, erosione costiera e interferenze con le aree Natura 2000“. Sono i rilievi contenuti in un’interrogazione sul progetto del ponte sullo Stretto di Messina presentata alla Commissione Ue da Pasquale Tridico, capodelegazione M5s al Parlamento europeo, e da altri 20 europarlamentari italiani dello stesso partito, di Alleanza Verdi e Sinistra e del Pd. Nell’interrogazione vengono poi sottolineate “la pericolosità delle autorizzazioni in deroga e la dubbia sostenibilità economica dell’opera, la cui realizzazione, a fasi progressive – evidenziano i 21 europarlamentari – potrebbe comportare dispersione di risorse pubbliche e squilibri territoriali, in contrasto con la strategia europea di continuità territoriale“. Si fa riferimento, inoltre, alle “forti preoccupazioni dei territori interessati, sfociate, tra l’altro, in un ricorso al Tar del Lazio dei Comuni di Reggio Calabria e Villa San Giovanni“, ed ai “rischi di incompiutezza, agli impatti socio-economici sulle comunità ed al deficit di trasparenza“. Per questi motivi nell’interrogazione si chiede alla Commissione europea “se, alla luce dell’esistenza di faglie sismiche, ed in particolare di quella attiva denominata ‘Cannitello’, e dell’assenza di studi specifici sull’erosione costiera, sono state svolte verifiche sulla conformità del progetto alle Direttive Ue”.
Inoltre, “considerate le 239 prescrizioni imposte nell’autorizzazione Via-Vas“, gli europarlamentari dell’area progressista chiedono alla Commissione “di effettuare una valutazione sul rapporto costi-benefici dell’opera rispetto ad alternative più compatibili con il ‘Green deal’; se la stessa Commissione sia stata interpellata per l’utilizzo di fondi Ue e quali iniziative intenda adottare per monitorare la trasparenza, il coinvolgimento delle comunità locali e la salvaguardia dei diritti dei cittadini coinvolti”.