I No Ponte non ci stanno e delirano totalmente fuori di senno dopo l’articolo di StrettoWeb che ha evidenziato le loro clamorose contraddizioni. Una notizia, quella dell’avvocato dei No Ponte che va in vacanza a Shanghai pubblicando foto che ne celebrano il prodigio di sviluppo e modernità, che ha fatto il giro d’Italia: l’articolo di StrettoWeb, infatti, è stato poi rilanciato da importanti testate giornalistiche nazionali, a conferma della bontà della notizia e del pubblico interesse di quanto descritto.
I No Ponte, rimasti evidentemente senza nessun tipo di contenuto da opporre rispetto alla palese ipocrisia di un movimento che in Italia si oppone allo sviluppo ma poi all’estero celebra la straordinarietà di grandi opere faraoniche e avveniristiche, hanno avviato la macchina del fango. Ovviamente contro StrettoWeb: non entrano nel merito di quanto evidenziato, ma insultano e offendono chi ha dato la notizia. Tra i protagonisti di questa pubblica gogna, nel maldestro tentativo di ribaltare la frittata, oltre ai soliti militanti e attivisti dell’estrema sinistra che non meritano neanche alcun commento o menzione, c’è il solito Alessandro “Vladimiro” Russo, consigliere comunale del Pd di Messina, già noto per aver provato a zittire i giornalisti pochi mesi fa.
Con un post Facebook pubblicato ieri sera, ha scritto che “Gira un penoso tentativo di pubblica gogna nei confronti di Aurora Notarianni, riprendendo dal suo profilo FB una foto assolutamente privata di un suo viaggio personale e privato per – si immagina – tentare di screditarne o deriderne la sua coraggiosa, civile e collettiva battaglia legale contro il ponte sullo Stretto. Che conduce lei in prima persona ma rappresentando tutti noi. Ecco: quando i giornali e i giornaletti costruiscono scandali presunti o scoop basati sul mero cuttigghio o peggio, quando si prende di mira un presunto nemico ideologico additandolo a tutti per renderlo evidente e facile da attaccare, significa che si iniziano a percorrere strade di intolleranza, violenza e oscurità. Aura non è sola, non resterà sola. Perché al suo fianco la difenderemo noi, che lottiamo per una città senza ponte e un territorio non stuprato dai mega interessi di quattro grandi gruppi imprenditoriali o dalle fami ataviche di lacchè, scopini e miserabili mezzetacche che sperano di leccare qualche briciola residua sul tavolo di chi vuole uccidere il nostro splendido Stretto. Una pagina inquietante su cui spero che le Autorità competenti agiscano e facciano chiarezza“.
Ebbene, Russo mistifica totalmente la realtà e ribalta i fatti. Nessuno ha mai tentato di porre l’avvocato No Ponte Aurora Notarianni “alla pubblica gogna“, e nessuno ha mai ripreso “una foto assolutamente privata di un suo viaggio personale e privato” per, “si immagina” (lo immagina forse solo Russo!), “screditarne o deriderne la sua coraggiosa, civile e collettiva battaglia legale contro il ponte sullo Stretto” .
E’ esattamente tutto l’opposto.
Innanzitutto Aurora Notarianni è un personaggio pubblico: attivista impegnata in importanti associazioni ambientaliste e riferimento della Rete No Ponte, di cui è ufficialmente l’avvocato che ha disposto i recenti ricorsi per bloccare la realizzazione dell’opera, ha un profilo assolutamente pubblico e quindi – come dispone la nostra Costituzione, ma ben oltre persino le più basilari regole di civiltà e democrazia – ciò che scrive, dice e fa, interessa la sfera pubblica. I cittadini. I lettori. A tal proposito, è clamoroso evidenziare come questi personaggi che adesso per l’avvocato No Ponte blaterano fandonie sulla “privacy”, hanno negli anni letteralmente scavato nella vita privata dei politici della parte a loro avversa, facendo persino cadere governi democraticamente eletti per le abitudini sessuali del premier di allora.
Ma l’elemento più assurdo su cui Russo scivola clamorosamente, è la “una foto assolutamente privata di un suo viaggio personale e privato“. La fotografia della Skyline di Shanghai durante il viaggio dell’avvocato No Ponte, è stata pubblicata in modalità PUBBLICA dalla stessa Aurora Notarianni su Facebook. In modalità pubblica significa che può vederla chiunque: anche chi non è tra i suoi amici Facebook, e persino chi non ha un account Facebook.
E’ stato quindi l’avvocato stesso a voler rendere pubblico il suo viaggio, a voler informare il mondo intero di essere a Shanghai e di apprezzarne la bellezza proprio con uno scorcio che inquadra grattacieli modernissimi che raggiungono altezze esorbitanti. Nella fotografia si vede persino (sulla destra) il grattacielo più alto di Shanghai, la Shanghai Tower, alta 632 metri e con 128 piani. Attualmente è l’edificio più alto della Cina e il secondo più alto del mondo. Per rendere l’idea, è 233 metri più alto dei piloni del Ponte sullo Stretto. Ma nella foto si vedono altri tre grattacieli (lo Shanghai World Financial Center; l’Oriental Pearl Tower, il più particolare nella forma architettonica, sulla sinistra; e il Jin Mao Tower), tutti di gran lunga più alti dei piloni del Ponte sullo Stretto.
Russo, invece, continua a dimostrare un concetto avulso di democrazia che aleggia ahinoi ancora oggi nel Partito Democratico (solo di nome) quando sminuisce “giornali e giornaletti” venendo meno al fondamentale rispetto della nostra professione, che evidentemente vorrebbe comandare, censurare, indirizzare a suo piacimento.
Nel nostro articolo non abbiamo offeso, insultato o “attaccato” alcuno. Abbiamo semplicemente evidenziato le pubbliche contraddizioni e ipocrisie di chi a Messina, in Sicilia, nel Sud Italia, combatte contro le grandi opere che portano crescita e sviluppo, ma poi quando viaggia in giro per il mondo apprezza con entusiasmo e meraviglia quelle stesse identiche opere che osteggia a casa propria.
Se Russo volesse confrontarsi sul tema, potrebbe provare a spiegarci perchè a Shanghai, 40 anni fa molto più povera e arretrata di Messina, i grattacieli super mega avveniristici vanno bene e sono belli, da fotografare e ammirare, e invece a Messina e in Sicilia dobbiamo rimanere poveri, arretrati e sottosviluppati.
Tutto il resto è solo violenza verbale gratuita, mancanza di rispetto della libertà di stampa e delle regole base di una società civile e democratica, che Russo ha già dimostrato più volte di non considerare affatto. Soprattutto di fronte a giornalisti scomodi.