Ieri la trasmissione Rai “Report” è tornata su alcune inchieste legate a Silvio Berlusconi, scomparso un anno e mezzo fa. Il servizio, però, ha creato un vero e proprio caos, con reazioni durissime da parte dei familiari e di alcuni esponenti politici. E’ il caso, ad esempio, di Marcello Caruso, segretario regionale di Forza Italia in Sicilia: “a nome personale e di tutta Forza Italia in Sicilia, esprimo la più ferma condanna nei confronti dell’uso politico e strumentale della televisione pubblica. Ancora una volta, assistiamo con sconcerto alla diffusione di inchieste faziose e calunniose che mirano a infangare la memoria di Silvio Berlusconi, un uomo che ha segnato profondamente la storia politica, economica e culturale del nostro Paese”, ha detto.
“La recente puntata di Report rappresenta un chiaro esempio di come il servizio pubblico venga utilizzato per fini che nulla hanno a che vedere con il diritto all’informazione libera e imparziale. È inaccettabile che, a distanza di mesi dalla scomparsa del nostro Presidente e fondatore, si continui a gettare fango sulla sua figura con insinuazioni, per altro già abbondantemente smentite dalle sentenze di assoluzione, prive di fondamento e tese esclusivamente a colpire la sua eredità politica e umana”, ha aggiunto.
La reazione di Marina Berlusconi: “accuse false finite nel nulla”
Toni forti utilizzati anche dalla figlia, Marina Berlusconi, che ha parlato di “pattume mediatico”. “Il servizio che ieri sera Report ha dedicato a Silvio Berlusconi appartiene alla categoria del peggior pattume mediatico-giudiziario“, afferma Marina Berlusconi. “Rimestando per quasi due ore in un bidone di accuse sconnesse, illogiche, già smentite mille volte, utilizzando addirittura brani di puntate precedenti, e dando voce a personaggi più che screditati, ha tentato di riesumare le infamanti, paradossali accuse di una presunta vicinanza di mio padre alla criminalità organizzata: vecchie un quarto di secolo e tutte regolarmente sepolte sotto le plurime archiviazioni decise – sempre su richiesta degli stessi inquirenti – dai Tribunali di Palermo, di Caltanissetta e di Firenze”.
“Accuse totalmente false finite nel nulla, insomma, così come nel nulla non potrà che finire anche l’ultima di queste inchieste, assurdamente riaperta a Firenze molti anni fa, dopo quattro successive archiviazioni. Per mio padre parlano i fatti: Silvio Berlusconi è sempre stato in prima fila contro tutte le mafie. I suoi governi hanno varato normative e ottenuto risultati che nessun altro esecutivo italiano può vantare: dalla stabilizzazione del carcere duro per i boss mafiosi (il cosiddetto 41 bis) nel 2002, all’Agenzia nazionale per la gestione dei beni sequestrati ai mafiosi nel 2010, fino al primo Codice antimafia nel 2011″, continua Marina Berlusconi”.
“Ma Report resta fedele al proprio dogma di disprezzo per la verità e per le garanzie processuali, oltre a perseverare nel consapevole esercizio del peggior “disservizio pubblico”, che non danneggia soltanto la memoria di Berlusconi, ma tutti coloro che avrebbero diritto a un’informazione basata sui fatti. Con l’aggravante di accanirsi su un uomo che, scomparso oltre un anno e mezzo fa, non può più difendersi”.
Report, però, va anche oltre, e nel suo delirio calunniatorio non riesce a trattenersi nemmeno davanti alla morte. I suoi autori non solo hanno scelto di inserire nel loro montaggio alcune riprese del funerale di mio padre senza che ce ne fosse alcuna necessità, ma sono arrivati a irridere quei momenti di cordoglio, sovrapponendo alle immagini del suo feretro una canzonetta ironica: più che una colonna sonora, una colonna infame che viola non solo la deontologia giornalistica, ma il rispetto stesso della dignità umana. Naturalmente faremo ricorso a tutti gli strumenti legali più idonei per reagire a questo ignobile e vergognoso esercizio di pseudo giornalismo”.
Ranucci: “Inchiesta rigorosa, basata su documenti”
“Un’inchiesta rigorosa, basata su documenti e dichiarazioni vagliate dai magistrati”, afferma il giornalista e conduttore del programma, Sigfrido Ranucci, in merito all’inchiesta, sottolineando che ha suscitato “grande interesse pubblico” ed “è stata seguita da punte di oltre 1,5 milioni di telespettatori”.
“Si è dato conto – spiega il conduttore – delle novità emerse dalle perizie finanziarie economiche emerse dalla Procura di Firenze dove Silvio Berlusconi era indagato e dove oggi è ancora indagato Marcello Dell’Utri”. Ranucci sottolinea che “si è data possibilità alla famiglia e a Dell’Utri di intervenire e in alternativa si è dato ampio spazio alle risposte dei legali”.