“Reti Ue e Ponte sullo Stretto, 3.660 metri di corridoio scandinavo per rimettere l’Italia al centro del Mediterraneo”. E’ questo il titolo di un incontro tenutosi a Messina, presso una Camera di Commercio gremita, alla presenza, tra gli altri, del Sindaco Basile, del Senatore Germanà, del Presidente Rfi Lo Bosco, del viceministro alle Infrastrutture e ai trasporti Rixi, dell’Ad della Società Stretto di Messina Ciucci. Il convegno ha messo in evidenza l’importanza non solo della grande opera, ma anche il legame con l’Europa all’interno del corridoio scandinavo-mediterraneo.
L’evento, tra l’altro, arriva a una settimana di distanza da quello dei no Ponte a Bruxelles, con protagonisti i Sindaci di Reggio e Villa. Un evento, quello di qualche giorno fa, per pochi intimi, in cui questi ultimi sono andati fino al cuore dell’Europa a chiedere all’UE di bloccare l’opera, inconsapevoli del fatto che sia proprio l’Europa, per prima e molto prima dell’Italia, a chiederne con forza la realizzazione.
I saluti istituzionali di Basile e Germanà
Ad aprire i lavori il Presidente della Camera di Commercio di Messina, Ivo Blandina, che ha ceduto immediatamente la parola al Sindaco Basile, molto telegrafico e sintetico. Poi è stata la volta del Senatore Germanà: “avrei voluto fare un intervento e non un saluto, però ultimamente quando parlo del Ponte mi accendo. Sono arrivati insulti in questi due anni di lavori, ma ora ci siamo, ci crediamo e dobbiamo farlo tutti quanti insieme”.
Ivo Blandina analizza brevemente lo studio sull’impatto dell’opera
Prima dell’apertura del tavolo, Ivo Blandina ha ripreso la parola per annunciare l’analisi dello studio effettuato legato all’evento di oggi. Dall’impatto nella fase di cantiere a costi e benefici dell’opera. Quindi i numeri, le cifre, l’aspetto economico, occupazionale, il Pil. “La storia del Ponte è lunga, ma qualche pezzo è stato scritto dalla Camera di Commercio. Il primo incontro è stato nel 1953. Nel 1971 si è tenuto un convegno dall’allora Ministro dei Lavori Pubblici Lauricella. Oggi siamo a un passo dall’avvio. C’è la volontà del Governo e ce lo chiede l’Unione Europea”.
Pietro Ciucci ripercorre i passaggi di questi due anni e svela i prossimi, in attesa del CIPESS
Dopo l’intervento di Blandina, è arrivato quello dell’Ad della Società Stretto di Messina Pietro Ciucci: “sabato mattina partecipavo a un evento a Palermo dal titolo ‘Ponte sullo Stretto. Ora si parte’. Mi sono permesso di correggerli dicendo che siamo già partiti. E questo lo si vede dalle iniziative dei No Ponte. Dai cortei ai cartelli sono passati a ricorsi ed eventi, come quello a Bruxelles”, ha detto Ciucci, che poi ha ripercorso la strada di questi due anni: “siamo ripartiti a marzo del 2023 e a distanza di due anni di strada ne abbiamo fatta”, ha aggiunto in riferimento ai vari passaggi, dall’aggiornamento del progetto definitivo alla conferenza dei servizi passando per la riattivazione della Società. “Finita la procedura europea, il CIPESS si esprimerà e poi si partirà coi primi cantieri. La partenza in Primavera annunciata da Salvini è una data possibile”.
In merito al tema di oggi, Ciucci ha affermato: “siamo la parte essenziale del corridoio Helsinki-Palermo ed è stato riconosciuto che il Ponte risponde ai parametri europei di impatto ambientale, di sostenibilità, risparmi del tempo, riduzioni di gas alteranti. Questo corridoio è di grandissima importanza, tocca 6 o 7 paesi, coinvolge milioni di abitanti. Non collega solo Villa San Giovanni a Messina, ma Singapore e Honk Hong a Berlino. E poi dà uno shock economico a questo territorio. Arrivo da Roma e so quanto è faticoso muoversi per arrivare a Roma e quanto è faticoso farlo da Sicilia e Calabria. Oggi ho provato tutte le forme di traghettamento”.
Il prof Tesoriere e quell’aneddoto del 2010 sulla priorità alla linea ferroviaria Messina-Catania-Palermo
Il terzo intervento è del professore Giovanni Tesoriere, esperto di costruzioni di strade e ferrovie. “Questa volta sarebbe quella buona, in merito alla costruzione del Ponte. Nel 2010, quando sembrava essere prioritario il raddoppio Messina-Palermo, Lo Bosco ci disse che la priorità era la linea ferroviaria Messina-Catania-Palermo. Nonostante le perplessità di allora, devo dire che avevano ragione. Il Ponte, al di là di quello che è diventato, uno scontro politico, e al di là delle polemiche, è un’opera necessaria e funzionale al resto d’Europa. Pensate al vantaggio nel trasporto merci: niente più circumnavigazione dell’Europa, sfruttando invece il passaggio del Mediterraneo”.
Dario Lo Bosco e lo sviluppo della mobilità al sud
“A Messina sono stato 5 anni, come Presidente dell’Autorità Portuale”, ha esordito il Presidente RFI Dario Lo Bosco nell’anticipare il suo intervento legato allo sviluppo della mobilità. “La scorsa settimana abbiamo inaugurato la più grande talpa meccanizzata in Europa a Salerno. Il Ponte sarà anche un laboratorio scientifico, un esempio di ricerca. E non legherà due malavite organizzate. Lavoreremo, con le associazioni di categoria, le forze dell’ordine, per vigilare sulla criminalità organizzata nei cantieri. Per quella che sarà una Barcellona del sud”.
La bordata di Rixi ai No Ponte
L’ultimo intervento è quello del viceministro Edoardo Rixi: “innanzitutto preciso che il nostro impegno non è solo per il Ponte. Oggi sono stato in altre città siciliane e prima di venire a Messina sono passato anche da altre zone in provincia, a Milazzo. I nostri padri e i nostri nonni hanno fatto delle cose incredibili e invece noi oggi ci mettiamo dei limiti. Oggi c’è chi va in Europa e, anziché dire ‘aiutateci’, dice ‘non fate questa cosa’, il chiaro riferimento all’evento dei no Ponte a Bruxelles”.
“Il Ponte sullo Stretto, al di là di ogni dato e aspetto efficiente, è anche un’opera visibile. E siamo arrivati dove nessun altro era mai arrivato, con l’attesa del CIPESS e l’avvio dei cantieri. Questo vuol dire cambiare la storia del paese. E’ uno sforzo? Sì. E’ un problema? Sì. Siamo stati un grande popolo, ma non bisogna pensare questo ora e sempre perché in passato abbiamo fatto grandi cose. Il mondo cambia e dobbiamo continuare a essere un grande popolo”. L’alibi della malavita organizzata significa “condannare le future generazioni. Quest’opera è un modo per far capire che il nostro paese crede in se stesso e un paese non può perdere i propri sogni e i propri obiettivi, sennò non è un paese”.