Ponte sullo Stretto, il maltempo scatena lo sciacallaggio di cavernicoli, ottusi e tragediatori

Il maltempo di ieri a Messina ha alimentato le speculazioni dei peggiori cavernicoli: i torrenti hanno esondato e quindi il Ponte sullo Stretto non andrebbe realizzato. Non c'entra niente ma alimenta ignoranza e sottocultura

StrettoWeb

Abbiamo passato l’estate a sentirci dire che il Ponte sullo Stretto non dovrebbe essere costruito perchè non piove e c’è la siccità. E adesso passiamo l’inverno a sentirci dire che il Ponte sullo Stretto non dovrebbe essere costruito perchè piove e c’è il fango. Qualsiasi cosa accada, è sempre tutta colpa di un Ponte che non c’è. E la sanità non funziona, “e vogliono fare il Ponte“, e arrestano mafiosi e ‘ndranghetisti, “e vogliono fare il Ponte“, e c’è una scossa di terremoto di magnitudo 2.8 ad Agrigento, “e vogliono fare il Ponte“, e il Cosenza retrocede in serie C, “e vogliono fare il Ponte“.

Ma soprattutto, non piove per un paio di mesi d’estate “e questi vogliono fare il Ponte senza che ci sia l’acqua“, poi inizia a diluviare d’inverno “e questi vogliono fare il Ponte mentre siamo allagati e nel fango“. In realtà a Messina, a Reggio, in Calabria e Sicilia, ci sono ancora sacche di arretratezza, sottosviluppo, ignoranza e sottocultura tali da alimentare frange di cavernicoli, trogloditi dell’età della pietra, che remano contro ogni impulso di sviluppo che possa portare il Sud Italia fuori da povertà e degrado. E ogni scusa è buona per prendersela contro il Ponte sullo Stretto, che ancora non esiste ma viene considerato il responsabile di ogni male di questa terra.

In realtà, se in Calabria e Sicilia c’è così tanta povertà, c’è diffuso sottosviluppo, c’è marginalità, è proprio perchè non esiste il Ponte sullo Stretto, perchè non è arrivata l’alta velocità ferroviaria (che senza Ponte non può fisicamente arrivare), perchè decenni di mala politica hanno sempre pensato a ricambiare i loro elettori con clientele di basso profilo anziché rivoltare una società che ha bisogno di rimboccarsi le maniche e ottenere le proprie conquiste con sacrificio, sudore e laboriosità, senza elemosine o assistenzialismo.

Le vergognose e imbarazzanti speculazioni sul maltempo

Il maltempo che ieri ha colpito duramente Messina ha scatenato lo sciacallaggio contro il Ponte sullo Stretto: speculazioni vergognose che si palesano a maggior ragione nei commenti del giorno dopo. Sui Peloritani sono caduti 250mm di pioggia in poche ore, ma fortunatamente non è successo nulla di grave: non ci sono stati morti e neanche feriti, con grande delusione di chi se li augurava per sparare i soliti titoloni sulla “gente che muore per la pioggia in Sicilia, e vogliono fare il Ponte sullo Stretto“. Nelle bozze, erano già pronti.

Ma la tentazione era troppo forte, e quindi lo sciacallaggio è partito comunque. Non è un caso che oggi nessuno parla di abusivismo edilizio, neanche sui grandi giornali del Nord che si sono permessi di farlo anche quando i morti erano 40 e l’alluvione era ancora in corso, nonostante le immagini della zona più colpita ieri a Zafferia siano eloquenti: i problemi ci sono stati solo ed esclusivamente laddove strade e case erano edificate all’interno del torrente.

Eppure la legge che vieta tassativamente costruzioni persino oltre i 10 metri di distanza dall’alveo di ogni corso d’acqua risale al 1904: è il Regio Decreto N. 523 intitolato “Testo unico sulle opere idrauliche” che è sempre rimasto in vigore. Ancora non c’era stato neanche il terremoto dello Stretto nel 1908, ma era già vietato costruire non dentro, non sull’argine ma persino 10 metri oltre gli argini. Significa che i nostri bisnonni erano consapevoli che i torrenti esondano. E invece, poi, noi abbiamo edificato ovunque e adesso ci mettiamo a frignare se quei torrenti fanno il loro lavoro, quello che vuole la natura, quello che hanno sempre fatto. E con tutta la scienza del terzo millennio noi blateriamo di “cambiamento climatico“. Un altro alibi perfetto per la mala politica.

E’ forse questo di cui dovremmo parlare oggi. Dell’importanza dell’allerta meteo. Della necessità della prevenzione, di cura del territorio, attenzione idrogeologica, lotta all’abusivismo edilizio. E invece è molto più semplice prendersela con un Ponte che non c’è. E non c’è perchè proprio i No Ponte hanno governato per un decennio abbondante l’Italia, la Calabria, la Sicilia, Messina e Reggio Calabria e affossando il Ponte non hanno risolto nessuno degli altri problemi, anzi ne hanno creati di nuovi. Senza il loro vergognoso “No”, oggi il Ponte sarebbe già in piedi, collegherebbe Calabria e Sicilia, darebbe lavoro, ricchezza, sviluppo, centralità, ovviamente reggerebbe ad ogni tornado, ad ogni terremoto, ad ogni ondata di maltempo esattamente come tutti gli altri ponti del mondo, e i cavernicoli sarebbero i primi a meravigliarsi del grande prodigio della scienza e della tecnologia. Ce li immaginiamo con la clava in mano, la barba lunga e un mutandone fatto di pelle di leopardo a guardare il Ponte che resiste ai tornado pensando “eppur sta in piedi“. Come se in Calabria e Sicilia avessero appena inventato la ruota.

cavernicolo
Immagine a scopo illustrativo realizzata con l’Intelligenza Artificiale © StrettoWeb
Condividi