Continuano a susseguirsi reazioni in merito al discusso Manifesto di Ventotene, documento letto ieri da Giorgia Meloni alla Camera e che ha scatenato l’ira delle Opposizioni. Sul tema è intervenuto, su “X”, il giornalista Gilberto Trombetta. “Altiero Spinelli era un liberale, profondamente anticomunista e antidemocratico. Il suo federalismo europeo, influenzato dalle idee di Einaudi, di Roepke e di Robbins (allievo e collaboratore di von Hayek), criticava il socialismo di Stato e il concetto stesso di sovranità statale. Aveva una idea delle libertà negative e sociali strettamente ordoliberale. Il Manifesto di Ventotene è in netto contrasto con tutta la riflessione politico-culturale che portò alla nascita della Costituzione italiana”, si legge.
“Spinelli negava l’esistenza del conflitto di classe che secondo lui è solo un particolarismo egoistico che bisogna impedire (lo chiamava “sezionalismo”). Spinelli auspicava un governo dispotico sovranazionale che si limiti a fare da regolatore (passivo) dell’economia, stabilendo le regole che consentano il funzionamento e la tutela del libero scambio e il libero mercato” ha continuato Trombetta.
“Secondo Spinelli la spinta all’eguaglianza sociale all’interno degli stati nazionali, spinge questi ultimi a un eccesso di interventismo economico che toglie libertà agli individui e porta all’aumento degli attriti tra Paesi, quindi alla guerra. Per lui la richiesta di uguaglianza porta alla guerra. La soluzione è quindi abolire gli Stati nazionali eliminando il luogo dove si svolge e si media il conflitto di classe. Ecco perché la lettura testuale di Spinelli fa venire una crisi isterica a tutti gli unionisti anti-italiani. Perché rispecchia la vera essenza, ordoliberista e anti-democratica, dell’Unione Europea”, ha concluso.