Reggio Calabria e i problemi con l’acqua: una storia infinita. Ci sono zone in cui, quando piove, si può fare surf in strada, come segnalato da un nostro lettore, in estate (e non solo), invece, c’è chi si lamenta di non avere a disposizione abbastanza acqua nelle proprie abitazioni. Una prospettiva che, andando verso la bella stagione, non fa proprio piacere ai cittadini reggini. Fortunatamente, a Reggio Calabria siamo piuttosto bravi a trovare soluzioni fai da te.
Ed è qui che entra in gioco il signor Paolo Sapone, rabdomante che si è presentato a Graziano Tomarchio, autore dell’intervista in calce all’articolo realizzata per StrettoWeb, spiegando “mi chiamano da tutta Italia per trovare le vene di acqua e fare i pozzi artesiani“.
L’appassionato signore spiega di aver creato uno strumento che potrebbe “essere unico al mondo“, seppur sia ancora un brevetto. In pratica, attraverso l’utilizzo di questo strumento e delle sue rotazioni, si può individuare non solo la presenza di una vena d’acqua nel sottosuolo, ma anche la profondità alla quale si trova, quanta ne sgorga al minuto e se si tratta di acqua salata o dolce.
Il signor Sapone ne ha dato una dimostrazione pratica in quel di Pentidattilo. “È come un telefonino – spiega – io devo dare le impostazioni. Faccio una chiamata e lui mi indica dove c’è la vena di acqua“. E quindi via all’esempio pratico. Lo strumento gira per 84 volte consecutive per stabilire la profondità in “84 metri”, successivamente, si passa ai litri al minuto con altre 48 rotazioni. Infine, il senso orario o antiorario del vorticoso e ipnotico roteare determina se l’acqua è dolce (come in questo caso) o salata.
Lo strumento sembra essere ancora in fase di perfezionamento. Il signor Sapone però ci tiene a precisare alcune cose. Lo strumento è adoperabile “solo dai mancini” e ne spiega il funzionamento: “io sono collegato con le onde elettromagnetiche del terreno. Se io alzo la gamba sinistra, lo strumento si ferma“. Sulla veridicità di quest’ultimo punto, sotto il profilo strettamente scientifico, riserviamo qualche dubbio.
Per il resto, la rabdomanzia è una pratica che esiste fin dal 3° millennio e comune in diverse partite del mondo per individuare acqua e metalli nel sottosuolo. Potrebbe essere la risposta ai problemi che tanti cittadini affrontano annualmente, anche se si tratta di una pseudoscienza. Del resto, abbiamo già a che fare con una pseudo-Amministrazione, no?