Capo d’Orlando: spaccio di stupefacenti nell’hinterland nebroideo, tre misure cautelari agli arresti domiciliari

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Il provvedimento restrittivo scaturisce da un’attività d’indagine condotta a partire dal mese di novembre 2015 dal Nucleo Operativo della Compagnia di Sant’Agata di Militello e dalla Stazione Carabinieri di Capo d’Orlando

Questa mattina, i Carabinieri della Compagnia di Sant’Agata Militello e della Stazione di Capo d’Orlando hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale, su richiesta della Procura della Repubblica di Patti, che ha diretto le indagini, nei confronti di 3 soggetti gravemente indiziati di illecita detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. La misura cautelare degli arresti domiciliari è stata applicata a F. C.S. 31enne, F. C. 27enne entrambi già noti alle forze dell’ordine e domiciliati a Capo d’Orlando ed a H. A. 36enne di origini albanesi cui il provvedimento cautelare è stato notificato presso la Casa circondariale di Siracusa ove è detenuto per altra causa.
Il provvedimento restrittivo scaturisce da un’attività d’indagine condotta a partire dal mese di novembre 2015 dal Nucleo Operativo della Compagnia di Sant’Agata di Militello e dalla Stazione Carabinieri di Capo d’Orlando, i cui esiti hanno permesso di raccogliere gravi indizi di reato a carico dei tre arrestati nello smercio di sostanze stupefacenti di vario tipo. Sono state infatti ricostruite cessioni di cocaina, eroina, hashish e marijuana.
L’indagine ha permesso di accertare che i tre indagati si approvvigionavano delle sostanze stupefacenti nelle piazze di spaccio di Palermo per poi rivenderle nell’hinterland nebroideo e nei paesi dell’estrema fascia costiera tirrenica.
I clienti, per approvvigionarsi dello stupefacente, contattavano i tre arrestati utilizzando principalmente le applicazioni di messaggistica “WhatsApp” e “Messanger”. Le richieste di stupefacente venivano camuffate, ancorché in maniera grossolana, utilizzando un linguaggio criptico che però non lasciava dubbi sulla sottointesa richiesta di stupefacente. I “clienti” infatti talvolta richiedevano agli spacciatori lo stupefacente camuffando la richiesta parlando dell’acquisto di parti di veicoli sebbene nessuno degli indagati avesse mai lavorato in tale settore. In altri casi, riferendosi alla cocaina o all’eroina, nei dialoghi si faceva riferimento a “fazzolettini bianchi” o “magliette bianche” ovvero si indicava una ragazza dal nome “Bianca” in realtà inesistente. Dopo le ordinazioni la consegna dello stupefacente avveniva nei pressi delle abitazioni dei “pusher” o nelle piazze di Capo d’Orlando e Sant’Agata di Militello oppure veniva recapitata direttamente presso il domicilio del cliente.
Nel corso delle investigazioni sono state ricostruite oltre 30 cessioni di stupefacente ed attraverso i servizi di osservazione, controllo e pedinamento svolti dai carabinieri sono stati effettuati 7 arresti in flagranza di reato e sono stati rinvenuti e sequestrati oltre 300 grammi di “hashish” e varie dosi di “cocaina” ed “eroina”.

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