Coronavirus, l’allarme del sindaco di Tropea per la stagione turistica: “la nostra economia sarà la più colpita d’Italia”

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Coronavirus: il sindaco di Tropea, cittadina balneare capitale del turismo calabrese, si dice “fortemente preoccupato” per l’apertura della stagione turistica

Tropea e’ la realta’ che risentira’ di piu’ dell’emergenza coronavirus in tutta la Calabria e in tutta Italia. Turismo e coronavirus fanno a pugni perche’ Tropea in estate e’ assembramento, come si puo’ gestire il turismo con un divieto di assembramento?”. Giovanni Macri’, sindaco della cittadina balneare capitale del turismo calabrese, si dice “fortemente preoccupato” per l’apertura della stagione turistica. “Con l’associazione albergatori – dice all’AGI il sindaco della “Rimini del Sud” – stiamo cercando di puntare sulla destagionalizzazione per allungare la stagione turistica, che per quest’anno ci potrebbe permettere di tirare un po’ il fiato per poi ripartire alla grande il prossimo anno“. In tutto il Vibonese le mete per chi ama il mare richiamano ogni anno migliaia di persone. In un comprensorio a forte vocazione turistica si pensa alla ripartenza. Anche Roberto Incoronato, imprenditore turistico di Ricadi, comune che ricomprende la localita’ di Capo Vaticano in cui amava trascorrere lunghi periodi lo scrittore Giuseppe Berto, e’ scettico sull’avvio della stagione turistica. “Stiamo vivendo – spiega – un periodo che non avremmo mai pensato di vivere. La chiusura forzata per attenuare i contagi da Covid 19 ha stravolto le nostre vite e andiamo dinanzi al crollo del fatturato per tutte le attivita’ turistiche ricettive e balneari della Calabria, con una forte ripercussione dove si vive soprattutto di turismo come a Capo Vaticano e Tropea. Prima di domandarsi quando aprire le attivita’ ricettive e’ doveroso chiedersi chi andra’ in vacanza nell’estate 2020. Gli stranieri? Gli italiani? Si’, ma quali?”. Sulla stessa linea il sindaco di Zambrone, altra nota localita’ turistica del Vibonese, Corrado L’Andolina. “La stagione – dichiara – nell’ipotesi peggiore, potrebbe persino saltare o essere solo in parte attivata. Il primo pensiero va allora ai lavoratori stagionali. In uno scenario del genere, come potranno mantenere le loro famiglie? Poi agli operatori turistici. Come ammortizzeranno i costi degli investimenti? Infine a tutto l’indotto. Quali le conseguenze? Urgono idee e soluzioni. Nell’immediato – continua – bisogna porre al riparo, il piu’ possibile, i bilanci dei Comuni che saranno fortemente sollecitati dalla crisi in atto. Per fare cio’ occorre operare con urgenza, senza fossilizzarsi su istanze assistenzialistiche pubbliche o private, ed occorre accelerare quei percorsi che puntano alla realizzazione di attrattori turistici di cui il nostro comprensorio, quello Vibonese, e’ ancora carente, oltre a quelli naturalistici. Fra le varie lezioni del Covid 19 c’e’ anche l’urgenza di una rapida ed efficace azione riformista capace di superare la crisi e proiettare le istituzioni e le comunita’ verso il futuro“. Per Gianni Imparato, imprenditore e presidente della sezione Turismo di Confindustria Vibo Valentia, invece, “giugno potrebbe essere il mese della ripartenza, ma come primo aiuto per gli albergatori occorre che il Governo rimandi il pagamento di tutti i tributi. Ma non a settembre, perche’ se i soldi non li abbiamo oggi, non li avremo neppure tra cinque mesi. Bisogna posticipare ogni spesa nei mesi a venire e dilazionarli nel tempo, altrimenti si sara’ trattato solo di rinviare un problema che ci scoppiera’ fra le mani il prossimo anno. Per quest’anno non oso pensare ad un vacanziere che mi sorride con la mascherina. Piu’ che ad un periodo di vacanza – conclude – mi fara’ pensare a uno di convalescenza“.

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