Probabile ritrovamento del piccolo Gioele Mondello: “Una cometa che ci indica la strada da percorrere; i genitori sono solo chiamati a custodire una vita che non gli appartiene”

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Messina. Potrebbe essere giunta al suo epilogo la triste vicenda di Viviana Parisi e del figlio di 4 anni Gioele Mondello, scomparsi lo scorso 3 agosto. Trovato il corpo della madre l’8 agosto, pare infatti che oggi siano stati ritrovati i resti del piccolo

Il piccolo Gioele, del quale sembra sia stato ritrovato oggi il corpo senza vita a Caronia, rappresenta una cometa che si è accesa nel buio della notte obbligando tutti noi ad alzare lo sguardo. La notte dell’indifferenza, la notte della corresponsabilità, la notte dell’ingiustizia. Questa notte è stata illuminata da Gioele, dalla sua piccola vita che ha richiamato attorno a sé volontari, uomini di Stato, giornalisti, uniti in questo sforzo di cercarlo tra le distese immense e impervie dei boschi siciliani, senza calcolare la fatica, il pericolo, la stanchezza”. È quanto dichiara Lucia Ercoli, direttore dell’Istituto di Medicina Solidale.

Dovrebbe essere questo – aggiunge Ercoli – l’atteggiamento quotidiano di adulti responsabili e consapevoli del valore di ogni bambino. Adulti capaci di scorgere in ogni bambino un mistero che ci fa cadere in ginocchio, consapevoli della sua insondabile grandezza. Adulti come il pm Angelo Cavallo, che ha detto di sentirsi “colpito dentro” dalla storia di Gioele, nonostante le tante affrontate durante la sua carriera, perché stavolta riguarda le sorti di un bambino. La strada è lunga da percorrere nello scoprire che ogni bambino è persona, la cifra di un’identità non solo biologica, di un mistero ineffabile che la scienza, giuridica, medica o psicologica che sia, non può racchiudere nella povertà di terminologie tecniche e perciò riduttive. La vita non entra in questi piccoli contenitori. Come il mare non può essere raccolto in un secchiello”.

Gioele – prosegue Ercoli – e insieme a lui i tanti bambini che finiscono sulle cronache per casi simili al suo, come quello del piccolo di 21 mesi ucciso a Modica dal convivente della madre, ci stanno indicando con forza la strada da percorrere: riconoscere ad ogni bambino l’inalienabile diritto ad un’esistenza personale al riparo dagli interessi di potere degli adulti in qualunque ruolo essi si trovino, a partire dai genitori che sono solo chiamati a custodire una vita che viene da lontano e non gli appartiene. E, soprattutto, ci continuano a ricordare l’importanza dell’ascolto dei minori, senza nessuna interferenza di figure aggiunte che decidano per loro. In questo modo tante tragedie potrebbero essere prevenute e ci troveremo a piangere meno casi come quello di Gioele”.

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