Caso Viviana Parisi, il responsabile delle indagini: “I consulenti medici ci hanno detto quello che è successo, loro hanno delle certezze”

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Ieri, 19 marzo, sono stati ritrovati dei resti umani compatibili con quelli del piccolo Gioele Mondello, 4 anni, nei boschi intorno Caronia. Erano vicini al luogo del ritrovamento del cadavere della madre, Viviana Parisi

I resti umani ritrovati ieri mattina sono compatibili con Gioele”, ha affermato il procuratore capo di Patti, Angelo Vittorio Cavallo, che, sulla base di quanto emerso da un certificato medico rilasciato dall’Ospedale di Barcellona, rinvenuto sul cruscotto dell’auto abbandonata da Viviana Parisi sulla A20 a seguito dell’incidente con un furgone che trasportava alcuni operai, ha aggiunto riferendosi alla donna: “Soffriva di paranoia e ha avuto un crollo mentale dovuto a una crisi mistica”.

Successivamente Cavallo ha aggiunto: “Stiamo analizzando le celle di aggancio della zona sia quello che c’era sul tablet e nel cellulare della signora. Ma Per ora non ci sono risultanze su chiamate telefoniche. Si è parlato di sette ma non è così. Bisogna compiere un’analisi accurata che anche qui richiede più tempo. “Non è escluso che madre e il figlio siano morti nello stesso punto. Tutte le ipotesi sono aperte. O una morte contestuale o una morte in momenti separati, dobbiamo verificarlo. Le emergenze più importanti arriveranno dagli accertamenti medico-legali. Purtroppo per questo tipo di accertamenti ci vogliono dei tempi, non perché il consulente debba andare in ferie. Ad esempio, per gli accertamenti istologici bisogna rispettare una procedura di essiccazione. Se non si rispettano questi accertamenti, questi risultati non hanno valore scientifico. Quindi il tempo serve. Già i consulenti medici ci hanno detto quello che è successo, loro hanno delle certezze e ce le hanno comunicate riservandosi l’esito di questi risultati. È ovvio che a voi non le posso dire, aspettano i risultati istologici, ma una chiave di lettura sugli avvenimenti ci è stata data”.

Senza scendere troppo nel dettaglio, Cavallo ha comunque spiegato che gli esami confermerebbero l’ipotesi del trascinamento del corpo da parte di animali selvatici che è probabile si siano presentati dopo il decesso. “Oggi il primo passo da fare – prosegue il Procuratore – è valutare i luoghi dove sono stati ritrovati i vari resti che purtroppo erano sparsi. Si devono valutare i possibili tragitti della signora, del bambino, dei terzi, di animali, oggi c’è questo lavoro iniziale le da fare. Dalla zona dove abbiamo rinvenuto i resti percorrendo 50-60 metri di boscaglia si arriva ad un sentiero che potrebbe essere collegato al traliccio, ma è un’area a vegetazione fitta. Trai due luoghi in linea d’aria c’è una distanza di circa 300 metri”.

Il nostro compito è stato quello di ripercorrere il viaggio della signora e di Gioele dal momento in cui è uscita di casa fino all’epilogo. Ritengo che già un piccolo risultato sia stato raggiunto, perché posso dire con sufficiente tranquillità che tutto quel tragitto sia stato accertato”, ha poi precisato il Procuratore di Patti. “Abbiamo trovato i biglietti dei caselli autostradali, abbiamo trovato le immagini dal momento in cui la signora è uscita di casa con il bambino vivo, e in perfetta salute. Abbiamo trovato quelle immagini a Sant’Agata di Militello che ci danno conferma che il bambino fosse vivo. Riteniamo, con buona approssimazione, che quei venti minuti di ‘buco’ fossero dovuti a un rifornimento di benzina. Abbiamo trovato dei rifornimenti compatibili con la benzina trovata nel serbatoio della signora.

Venuti finalmente fuori inoltre i famosi “testimoni del Nord” uditi dal Procuratore Cavallo e da lui giudicati come perfettamente attendibili. Erano stati loro a raccontare al magistrato che il bambino era vivo dopo il sinistro.

Questa mattina ci sarà il riconoscimento da parte del padre degli oggetti ritrovati sul posto. Gli avevo chiesto di farlo già ieri, ma ha preferito seguire le spoglie di quello che riteniamo sia il figlio e abbiamo rispettato questa esigenza. Mi auguro di tutto cuore che dai resti di Gioele si possano capire molte cose, non dobbiamo disperare”.

Successivamente Cavallo ha voluto ringraziare Pino Di Bello, l’ex carabiniere che ha partecipato alle ricerche di Gioele Mondello da volontario: “Non solo ha svolto quest’opera di ricerca per trovare il corpo ma poi nonostante fosse stanco e grondante di sudore è rimasto altre 4 ore con noi. L’ho visto personalmente strisciare sotto passaggi alti 30 centimetri tra i rovi e ci ha indicato un altro posto dove potevano essere altri resti che abbiano rinvenuto. Lo ringrazio molto. Già nei giorni precedenti eravamo stati contattati dai familiari che ci avevano chiesto la possibilità di poter fare delle ricerche volontarie. Noi abbiamo dato subito una disponibilità di massima perché eravamo convinti che le ricerche si dovessero concentrare in quel posto. Più persone erano presenti maggiori era la possibilità di trovarlo. A noi interessava il risultato”.

Con ogni probabilità il corpo del bambino è stato trascinato qui solo di recente, altrimenti non si spiegherebbe perché il suo corpo sia stato trovato smembrato: in una zona la testa e gli indumenti, in un’altra il tronco senza arti”: lo ha dichiarato al Giornale di Sicilia il Procuratore di Patti Angelo Cavallo. “Abbiamo delle ipotesi su quanto sia successo: se ne sono rafforzate alcune mentre ne abbiamo scartate delle altre. Perdono quota piste riconducibili ad ambiti familiari. In questo momento ci dobbiamo stringere attorno a questa famiglia, a questo bambino. Ringrazio tutte le persone, che a qualunque titolo hanno contribuito alle ricerche. Ora dobbiamo lavorare come abbiamo fatto finora ed andare a fondo a questa triste storia”.

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