La nuova legge previdenziale

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Tra i moltissimi problemi che chi ci governerà dovrà risolvere ci sarà anche quello della nascita della nuova legge previdenziale

Siamo alle porte di una nuova crisi di governo. Non sappiamo come andrà lo scontro tra Conti e Renzi. Se ci sarà il famoso “rimpasto” o il Conte-Ter, se arriverà Draghi o chi altro. Se infine questa possibile crisi di governo sarà risolta con l’andata alle urne del popolo italiano. Quello che sappiamo è che questo 2021 sarà un anno difficilissimo, forse simile a quello appena passato che, ricordiamolo, è stato il peggior anno dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Tra i moltissimi problemi che chi ci governerà dovrà risolvere ci sarà anche quello della nascita della nuova legge previdenziale. Questo perché il 31/12/2021 scade il triennio della oramai famosissima e per certi versi contestata quota 100 ed il governo per bocca del Presidente Conte ha già affermato in diverse circostanze che questo istituto non verrà ripresentato. Allo stesso modo se non si interviene in qualche modo continua, in quanto mai abolita, la contestatissima legge Fornero la quale prevede che l’età da raggiungere per poter andare in pensione sia di 67 anni. Ora, se non si vuole creare uno scalone addirittura di cinque anni in una sola notte dal 31/12/2021 al 1/1/2022 cioè dai 62 anni di quota 100 ai 67 anni della legge Fornero, bisogna intervenire in questo 2021 in modo che gli effetti della nuova legge previdenziale decorrano dal 1/1/2022.

In tempi normali preparare una nuova legge previdenziale è già molto difficile. Perché è un istituto che impatta fortemente sulla vita delle persone, che deve tenere conto di molteplici realtà, che non deve avere storture e carenze strutturali e, soprattutto, che deve essere sostenibile dal punto di vista del bilancio dello Stato. Immaginiamoci, ora, in piena pandemia, con il programma delle vaccinazioni anti Covid-19 che durerà almeno 12 mesi, con pochi denari e poco tempo a disposizione, il rischio che sia concepita una legge raffazzonata e che non darà le necessarie attenzioni ai vari problemi sul tappeto è reale. Però su alcuni punti bisognerà per forza intervenire. Proviamo, quindi, a formulare una nuova legge il più possibile giusta, duratura e sostenibile contabilmente. Eliminazione definitiva, e per sempre, delle migliaia di persone che ancora risultano esodate. Persone, lo ricordo ancora, rimaste senza stipendio e senza pensione a causa della stortura della legge Fornero. Rendere opzione donna e ape sociale strutturali e non finanziabili di anno in anno. Portare la pensione anticipata a 41 anni e 6 mesi per tutti uomini e donne. Portare la pensione di vecchiaia a 66 anni per tutti a differenza dei 67 anni necessari oggi.

In più per neutralizzare lo scalone di quattro anni che si verrebbe a creare da 62 a 66 anni introduzione di una flessibilità in uscita a partire dai 63 anni di età. Questa flessibilità che vale solamente per la pensione di vecchiaia (e non per la pensione anticipata) ha una riduzione del 2% per ogni anno di anticipo rispetto ai 66 anni necessari. Per intenderci a 65 anni di età penalizzazione al 2%, a 64 anni di età penalizzazione al 4% e a 63 anni di età penalizzazione al 6%. Eliminazione sia per la pensione anticipata che per quella di vecchiaia dell’aumento derivante dall’aspettativa di vita. Eliminazione delle finestre trimestrali. Quando, cioè, si raggiungono i requisiti per poter andare in pensione, il giorno dopo si lascia il mondo del lavoro. Considerare particolari istituti per lavori gravosi, lavori usuranti e i casi conclamati di malattia e invalidità. Dare un forte impulso alla previdenza integrativa con il raddoppio degli sgravi fiscali. Controllo da parte dello Stato sulla gestione dei fondi previdenziali. Abolizione dei coefficienti di trasformazione. Quel particolare istituto che ogni biennio diminuisce il montante contributivo con conseguente calo dell’assegno previdenziale. Utopia? Speriamo di no. Quello che è necessario è che la legge una volta approvata rimanga tale per molti anni facendo sì che i cittadini abbiamo regole chiare, semplici, durature e con la certezza del diritto per organizzare serenamente la propria vita.

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