Scuole, la svolta scientifica del Governo: si torna in classe anche in zona rossa, “non c’è correlazione tra contagi e lezioni in presenza”

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Aprire le scuole in zona rossa dopo Pasqua: questa l’ultima ipotesi del Governo dopo i recenti studi sui contagi tra i bambini e l’aumento delle vaccinazioni

Meglio tardi che mai. Il tema scuole è stato uno dei più difficili da gestire in questo anno di pandemia. Degli equilibri difficili da mantenere per mettere d’accordo tutti – tra favorevoli e contrari – e per cui alla fine ad andare di mezzo sono stati solo e soltanto i bambini, distrutti prima psicologicamente e poi fisicamente.

Ancor più nel dettaglio, e abbastanza di recente, in Calabria il presidente Spirlì ha avviato una vera e propria “battaglia” per provare a chiudere autonomamente gli istituti della Regione, più volte smentito dal Tar dopo vari ricorsi. Adesso, forse, sembrerebbe essersi reso conto della situazione, come confermato anche ieri agli Stati Generali: “Non ho le chiavi per chiudere la Calabria e mi auguro che anche il Governo capisca che non possiamo permetterci un blackout generale, la zona rossa non sarà generalizzata ma solo nei territori in cui è necessaria”.

Argomento chiuso e scuole aperte, dunque, visto che in zona arancione è consentito. E da Roma sembrano arrivare anche segnali confortanti in tal senso: l’ipotesi, infatti, è quella di riaprirle anche in zona rossa dopo Pasqua. Questo, anche alla luce dell’ultimo studio condotto da una squadra di epidemiologi, medici, biologi e statistici tra cui Sara Gandini dello Ieo di Milano: “Non c’è correlazione significativa tra diffusione dei contagi e lezioni in presenza, il rischio zero non esiste ma sulla base dei dati raccolti possiamo affermare che la scuola è uno dei luoghi più sicuri rispetto alle possibilità di contagio”, il pensiero dell’epidemiologa e biostatistica. Ma questa è soltanto l’ultima ricerca scientifica tra le tante che in questi mesi si sono succedute e che non hanno fatto altro che confermare che le scuole sono un luogo sicuro. Tra cui:

  • i ragazzi, e in modo particolare i bambini sotto i 13 anni, sono colpiti dal virus in modo marginale. Si contagiano molto meno degli adulti: soltanto il 12% di tutti i contagiati d’Italia ha meno di 19 anni, e soltanto il 3,8% ha meno di 9 anni. Le percentuali sono analoghe in tutto il mondo (Luo L, Liu D, Liao X, et al. Modes of contact and risk of transmission in COVID-19 among close contacts. medRxiv)
  • anche in caso di contagio, i ragazzi e i bambini in età scolastica non hanno conseguenze significative dal virus. Non rischiano la vita, molto raramente finiscono in ospedale, nel 96% dei casi hanno un decorso del virus da totali asintomatici. Possono quindi contagiarsi, ma non si ammalano (vedi Choi SH, Kim HW, Kang JM, Kim DH, Cho EY. Epidemiology and clinical features of coronavirus disease 2019 in children. Clin Exp Pediatr.;)
  • è molto difficile che i ragazzi e i bambini siano vettori del contagio. Anche quando sono positivi, molto raramente contagiano gli adulti (vedi Ludvigsson JF. Children are unlikely to be the main drivers of the COVID-19 pandemic – a systematic review. Acta Paediatr. 2020)

E così è la ministra Elena Bonetti (Pari opportunità) a spiegare la situazione  a Sky TG24: “Già dopo Pasqua ritengo che in zona rossa, complice l’aumento delle vaccinazioni, dobbiamo rivalutare la possibilità di riaprire la scuola dell’infanzia e almeno la primaria. Mi auguro che in questa settimana ci siano regioni che possano passare in zona arancione e quindi possano riaprire le scuole dell’infanzia, i nidi, la primaria e la secondaria di primo grado e 50 e 50 le scuole secondarie di secondo grado”.

Posizione, questa, appoggiata anche da altri partiti. “Sono d’accordo con il ministro Bonetti sulla necessità di far ripartire, già immediatamente dopo le festività pasquali, la scuola dell’infanzia e quella primaria – le parole di Licia Ronzulli (Forza Italia), presidente della commissione parlamentare per l’Infanzia e l’adolescenza – Si tratta di scuole che per l’età dei bambini e il tipo di offerta formativa non consentono in alcun modo di sostituire le lezioni in presenza con la didattica a distanza”.

“Più teniamo i nostri bambini casa, più miniamo il loro futuro. Aspettare ancora per riaprire le scuole avrà solo conseguenze negative, per questo torniamo a chiedere al Governo che almeno gli alunni di asili nido, scuole dell’infanzia ed elementari tornino subito in classe, e che si lavori per riportare tra i banchi anche tutti gli altri il prima possibile: i danni educativi e psicologici su di loro stanno aumentando spaventosamente”, ha detto invece Gianluca Vacca, capogruppo del MoVimento 5 Stelle in commissione Cultura a Montecitorio.

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