I dati sui decessi in Italia nel 2020

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Finalmente si conoscono i dati relativi all’anno 2020 riguardanti i decessi in Italia. L’impressione che tutti avevamo è stata confermata dai dati ufficiali comunicati dall’ISTAT

Finalmente si conoscono i dati relativi all’anno 2020 riguardanti i decessi in Italia. L’impressione che tutti avevamo è stata confermata dai dati ufficiali comunicati dall’ISTAT. Nel 2020 in Italia ci sono state 746.146 persone decedute. Ben 100.526 decessi in più rispetto alla media 2015-2019 (15,6% in più). Di questi 75.891 fino alla data del 31/12/2020 sono stati i decessi registrati per Covid-19. Per quanto riguarda le nascite esse sono state 404.104 (16.000 meno rispetto all’anno 2019). Il saldo negativo tra nati e deceduti è stato di – 383.922 in un anno.

Sono numeri terribili e sono numeri che fanno molto preoccupare. Un numero così elevato di decessi non si aveva dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Un numero così basso di nascite non si era mai registrato dall’unità d’Italia, vale a dire da 150 anni.

Aggiungiamo anche che in un solo anno l’aspettativa di vita è scesa di 1 anno e 5 mesi (da 83 e 6 mesi a 82 anni e 1 mese), che il PIL è sceso di oltre il 9% rispetto all’anno precedente, che il debito pubblico ha raggiunto la stratosferica cifra di 2.600 miliardi di €, che il rapporto deficit/PIL è arrivato al 160% e che i licenziamenti che già sono nell’ordine di 600.00 unità, alla fine del blocco imposto dal governo supereranno abbondantemente il 1.000.000 di posti di lavoro persi.

Consideriamo poi che molti commercianti ed imprenditori non saranno in grado alla fine della pandemia di riprendere le loro attività e quindi saranno costretti ad usufruire dello stato sociale incrementando un numero già molto consistente.

Il 2021 poi è iniziato nel peggiore dei modi sulla stessa linea dell’anno precedente, basti pensare che solamente di Covid-19 nel primo trimestre ci sono stati già quasi 30.000 decessi. Con un piano vaccinale che non decolla e che non terminerà prima dell’autunno anche per l’anno in corso si prevedono numeri record di decessi, record in negativo in fatto di nascite, e aspettativa di vita in diminuzione di un ulteriore anno.

Mettiamoci anche che il numero di lavoratori diminuisce sempre più e che i pensionati aumentano percependo assegni sempre più bassi a causa del sistema contributivo che li sta facendo diventare i nuovi poveri del futuro con assegni che a malapena raggiungeranno i 700/800 € al mese.

Certamente in Italia molti di questi dati negativi sono causati dal Covid-19 e una volta terminata questa pandemia molti valori si risolleveranno. Alcuni affermano che terminato il Covid.19 in un paio di anni recupereremo la situazione precedente. Ma, purtroppo, non sarà così perché l’Italia era in recessione già prima della pandemia e la malattia ha solamente ingigantito un problema già esistente.

Il saldo negativo di 384.000 tra nati e morti nell’anno 2020 è impressionante. Se anche consideriamo i quasi 80.000 decessi causati dal Covid-19 nel 2020 rimane comunque un saldo negativo di 300.000 unità. E se andiamo ad analizzare i cinque anni precedenti si ha comunque un saldo negativo di 200.000 unità l’anno. E’ chiaro se che se non si interviene immediatamente l’Italia da ottava potenza mondiale si ritroverà in pochi anni ad essere una comprimaria a livello internazionale. Bisognerà elaborare un piano eccezionale, dare un fortissimo impulso alle nascite, non solo a livello di fondi per chi ha figli ma anche di strutture per i genitori (asili nido gratuiti, agevolazioni fiscali), bisognerà poi con costi notevolissimi regolare l’immigrazione, istruendo queste persone e inserendole nel tessuto della società, sarà necessario inoltre implementare le strutture sanitarie aumentando la sanità del territorio. Far partire immediatamente i cantieri che a causa della pandemia sono fermi da oltre due anni, creare imponenti opere pubbliche, digitalizzare il paese, riformare la P.A., diminuire notevolmente la burocrazia, operare sull’ambiente, mettere in sicurezza il paese a livello idrogeologico per evitare ad ogni evento naturale perdite di vite umane e costi enormi a livello economico.  E poi operare le riforme che gli italiani aspettano da decenni. Riformare la giustizia (non è possibile che in Italia i processi durino in media dieci anni), operare sulla previdenza aumentando le pensioni perché  altrimenti avremo tra pochi anni milioni di pensionati che saranno i poveri del futuro. Fare una vera riforma della scuola perché la formazione è il cardine di un paese moderno. E pensare anche ai giovani che sono i più penalizzati da questa situazione.  Sono tutte cose costosissime che necessitano di anni per la loro realizzazione. E’ una sfida immane che nei prossimi dieci anni l’Italia e gli italiani devono affrontare. Non so se ce fa faremo. Non so se saremo coesi. Perché è l’unico modo che abbiamo per uscire da questa situazione. Bisogna rilanciarsi immediatamente per restituire all’Italia il posto che le compete in ambito internazionale.

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