Cinema, stop alla censura. Il ministro Franceschini abolisce divieti e modifiche alle opere in sala

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Stop alla censura del cinema in Italia: il ministro Franceschini abolisce interventi sulla “libertà degli artisti” per le opere in sala

Stop alla censura del cinema in Italia. Il ministro Dario Franceschini ha firmato quest’oggi il decreto che abolisce definitivamente la censura cinematografica, ovvero “quel sistema di controlli e interventi che consentiva ancora allo Stato di intervenire sulla libertà degli artisti“, come ha sottolineato. La censura dei film in Italia ha una storia antica, nata quasi in contemporanea con la diffusione del cinema nel nostro Paese, regolamentata attraverso il Regio Decreto numero 532 del 31 maggio 1914. Secondo il censimento di ‘Cinecensura’ ben 274 film italiani, 130 americani e 321 da altri paesi su 34433 lungometraggi sono stati sottoposti a censura dal ’44 a oggi e 10092 ammessi dopo modifiche. Nel corso degli anni il concetto di censura è cambiato: nata come strumento di controllo politico, morale e religioso, la censura si è trasformata in una regolamentazione per il materiale fruibile ai minori.

Ed è istituita la Commissione per la classificazione delle opere cinematografiche presso la Direzione Generale Cinema del Ministero della Cultura con il compito di verificare la corretta classificazione delle opere cinematografiche da parte degli operatori. In altre parole “si mette in essere una sorta di autoregolamentazione – spiega nel dettaglio all’ANSA Nicola Borrelli, direttore della Direzione generale Cinema e audiovisivo – saranno i produttori o i distributori ad autoclassificare l’opera cinematografica, alla commissione il compito di validare la congruità“. Questo vale per l’uscita in sala, per le piattaforme vale il sistema del parental control (e dunque è demandata alla famiglia la responsabilità).

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