Il Ponte sullo Stretto si può fare, Salini (WeBuild): “rivoluzionerebbe Reggio Calabria e Messina, porterebbe lavoro e Alta Velocità”

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Non necessariamente l’opera va completata entro il 2026, come affermato dal ministro Giovannini. Salini: “il Ponte sullo Stretto e tutti i progetti connessi ad esso si potrebbero realizzare anche in fasi successive, utilizzando le risorse del Recovery Plan”

Un progetto che rivoluzionerebbe due città, Reggio Calabria e Messina, porterebbe posti di lavoro, turismo e permetterebbe di portare fino in Sicilia quel che altrimenti sarebbe irraggiungibile, ovvero l’Alta Velocità. E’ incredibile lo stupore che si legge negli occhi della giornalista Barbara Palombelli quando Pietro Salini, Amministratore Delegato di WeBuild afferma: “è difficile spiegare il motivo per cui il Ponte sullo Stretto non è ancora stato costruito, sicuramente è un discorso di lotte politiche. Noi siamo in grado di farlo e si può partire anche subito! E’ un’occasione di lavoro straordinaria per il Sud”. L’imprenditore ha rilasciato un’intervista al programma Stasera Italia su Rete4 ed ha commentato la sfida che attende il Governo Draghi per ridisegnare il futuro del Paese tramite i fondi del Recovery Fund. Le priorità dettate da Salini sono quelle di investire in nuove infrastrutture e nella manutenzione di quelle esistenti che hanno superato la loro vita di progetto, aumentando la sicurezza dei cittadini e riducendo al contempo i costi futuri. Una sfida che parte dalla creazione di 100mila posti di lavoro, da rimettere in moto attivando i progetti infrastrutturali già pronti a partire, come appunto il Ponte sullo Stretto di Messina.

“La realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina è stata affidata al nostro Gruppo molti anni fa, dopo 30 anni di analisi e 100 miliardi di lire in valutazioni di ogni tipo, ed una gara internazionale che abbiamo vinto – ha spiegato Salini – . E’ stato in seguito deciso di non avviare i lavori, ma investire nell’alta velocità ferroviaria fino a Palermo non ha senso senza ponte. Oggi il progetto è pronto e noi siamo in grado di farlo partire subito, anche perché sarebbe un’occasione straordinaria per attivare posti di lavoro in un’area che soffre drammaticamente per il fenomeno della disoccupazione”. Un’opera che nel suo complesso potrebbe rientrare anche nella lista delle grandi opere finanziabili con le risorse del Recovery Plan. “Il Ponte da solo vale 2.9 miliardi di euro, valore che sale a 7.1 miliardi a costi aggiornati considerando il progetto complessivo con tutte le opere connesse nelle aree interessate, con la metro di Messina, opere di sistemazione idrogeologica per le montagne circostanti, strade di accesso, strutture per far passare treno e macchine. Si tratta quindi di un progetto che si potrebbe realizzare anche per fasi successive, utilizzando le risorse del Recovery Plan per quanto possibile”, ha spiegato.

Grandi opere da realizzare seguendo il modello del Ponte Genova San Giorgio, realizzato dal Gruppo: “il segreto dei record del ponte è stato crederci tutti, remando nella stessa direzione: amministrazione, società con forti competenze, cittadini. Questo ha reso possibile la costruzione in tempo record, con un’amministrazione che ha superato ogni ostacolo con determinazione nell’assunzione delle decisioni necessarie, seguendo la normativa europea”. Un’opera che rimanda alla necessità di interventi di manutenzione tempestivi nel settore delle infrastrutture. “Le opere pubbliche hanno una loro vita di progetto e richiedono una manutenzione obbligatoria per tutelare la sicurezza dei cittadini e per contenere i costi, che tenderanno a lievitare se continuiamo a posticiparne i lavori. E’ dunque necessario costituire una squadra per la manutenzione delle opere del Paese sotto la regia coordinata di un general contractor. Noi ci mettiamo a disposizione del Paese, con la nostra capacità di coinvolgere tutta la filiera produttiva che gia lavora con noi, 7mila piccole e medie imprese”, ha proseguito Salini. Ma se la presenza della società in Italia si è consolidata grazie all’operazione industriale Progetto Italia che ha permesso l’integrazione di Astaldi in Webuild, il Gruppo resta prevalentemente internazionale. Tra i progetti prossimi a partire rientra l’alta velocità in Texas tra Houston e Dallas, con cui “porteremo con noi negli Stati Uniti tutta l’esperienza maturata in Italia con la realizzazione delle linee ad alta velocità, insieme all’eccellenza delle aziende del Paese”, ha concluso Salini.

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