I tirocinanti di Reggio Calabria, provenienti anche dalla provincia, hanno organizzato questo sit-in per rivendicano il diritto al lavoro ed ottenere la contrattualizzazione
E’ andato in scena presso Piazza del Popolo di Reggio Calabria la protesta dei tirocinanti. I manifestanti hanno organizzato questo sit-in per rivendicano il diritto al lavoro ed ottenere una contrattualizzazione, una categoria che non è in pratica ancora riconosciuta dal Governo e dalla Regione Calabria. “Non pretendiamo lussi, vogliamo soltanto portare da mangiare ai nostri figli”, dichiarano i presenti. Disponibile al confronto e vicino alle problematiche dei tirocinanti il responsabile nazionale di Forza Italia per il Sud Francesco Cannizzaro. “Questa battaglia non deve avere colori politici – ha affermato il deputato azzurro – . Io sono qui per rispetto dei lavoratori, ne conosco tanti e conosco il loro impegno, so bene quanto la loro figura sia importante. Sono venuto a comunicare che ci sarà un tavolo col Ministro Brunetta e Carfagna dal quale dovrà necessariamente uscire una strada di percorrere. Che sia una legge o un iter, io non posso dirlo ancora, posso promettere di impegnarmi a fondo sulla vicenda”. Presente al fianco dei manifestanti anche Carlo Tansi, a sostegno del candidato presidente Luigi de Magistris, che ha raccolto le testimonianze dei presenti e promesso di far sentire la loro voce alle istituzioni Regionali.
Reggio Calabria, Imbalzano: “basta allo sfruttamento in nero e sottopagato del lavoro dei 7000 tirocinanti calabresi”
“La piaga del vasto bacino del precariato calabrese è una intollerabile mortificazione per i giovani e meno giovani della nostra regione. In questo ambito, particolare significato assume la condizione dei circa 7000 tirocinanti che prestano da anni servizio presso Enti pubblici, privati e Ministeri (Giustizia, Comuni, Scuola, Mibact, Città Metropolitana, Sanità) privi di alcuna tutela lavorativa, senza contributi, senza ferie, e senza eventuale diritto di malattia e con retribuzioni da fame, a fronte di 20 ore di servizio settimanale. Così come da noi proposto più volte nel corso di questi ultimi due anni e soprattutto nello scorso mese di febbraio, ci sono le condizioni legislative, giuridiche ed economiche perché Consiglio Regionale, fino ad oggi colpevolmente indifferente, e Governo, affrontino il problema ed avviino da subito un vero processo di stabilizzazione. In una fase di straordinarie emergenze che il Presidente Draghi si accinge ad affrontare, alla drammatica questione dei tirocinanti calabresi si può e si deve dare una soluzione concertata con i loro rappresentanti”. E’ quanto afferma Candeloro Imbalzano, già Presidente della Commissione “Bilancio, Attività Produttive e Fondi Comunitari” del Consiglio Regionale, che in tale veste ha affrontato nel tempo altre analoghe e delicate i situazioni. “Poiché, grazie ai percorsi formativi svolti in questi anni, i Tirocinanti hanno acquisito una preziosa professionalità, importante per l’assetto organizzativo degli Enti ove hanno prestato e continuano a prestare il loro servizio, reggendone in buona parte ormai le strutture burocratiche e le sorti, al punto che la loro eventuale assenza ne paralizzerebbe di fatto l’attività, si impone ormai una forte azione politica che coinvolga tutti i soggetti istituzionali, a partire dei Parlamentari Calabresi, perchè all’interno sia dei Fondi POR- FSE e dello stesso “Recovery Fund” trovi posto la soluzione di questa delicata ed ormai ineludibile questione”, continua Candeloro Imbalzano. “Anche se in regime di “prorogatio”, il Consiglio Regionale è nella condizione di approvare, ed è questa la via praticabile che indichiamo, in qualche settimana due proposte di legge, per un problema che è più che mai urgente ed indifferibile. La prima dovrà garantire un immediato adeguamento della irrisoria indennità oggi percepita ogni tre mesi , attraverso l’eventuale rimodulazione dei Fondi POR FSE 2014 – 2020 e prefigurando da subito contratti di assunzione a tempo determinato. La seconda, è una proposta di legge di iniziativa regionale da sottoporre all’esame del Parlamento, che individui ben chiari percorsi di stabilizzazione definitiva, atteso che questi 7000 lavoratori prestano servizio nelle rispettive amministrazioni ormai da tanti anni”, conclude Candeloro Imbalzano .