Reggio Emilia, scomparsa 18enne pakistana dopo essersi opposta alle nozze combinate: un video ritrae tre uomini sospetti con le pale

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Reggio Emilia, 18enne sparita dopo aver rifiutato le nozze: le ipotesi su 3 uomini sospetti

Tre persone che portavano con se’ due pale, un secchio con un sacchetto azzurro, un piede di porco e un altro strumento di lavoro e si dirigevano nei campi dietro la casa della famiglia di Samman Abbas, la 18enne pakistana ma residente a Novellara sparita da settimane dopo aver rifiutato le nozze combinate. E’ quanto emerso dalla visione delle telecamere di sorveglianza nell’ambito delle indagini dei carabinieri del nucleo investigativo di Reggio Emilia e della Compagnia di Guastalla. La scena ha rafforzato l’ipotesi che la ragazza di origine pachistana scomparsa da Novellara, nel Reggiano, dopo essersi opposta alle nozze combinate, possa essere stata uccisa. I tre uscirono di casa alle 19.15 del 29 aprile e rientrarono alle 21.50.  I carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale dei carabinieri di Reggio Emilia, unitamente ai colleghi della Compagnia Carabinieri di Guastalla, hanno predisposto un piano di ricerca dei fuggitivi e di ricerca del corpo di Saman nelle vicinanze dell’abitazione, anche attraverso lo svuotamento dei canali di irrigazione – con l’aiuto dei vigili del fuoco – ricerche che però al momento non hanno dato ancora alcun esito.

Scomparsa dopo il no alle nozze, il Sindaco: “nutriva ribellione”

Dopo l’11 aprile si sono perse le tracce di lei. E’ stata in comunita’ per quattro mesi, poi ha scelto di lasciare il regime di protezione e di tornare a casa. Non sappiamo se sia stata forzata da qualcuno che magari aveva contatti con lei“. Cosi’ il sindaco di Novellara, Elena Carletti, racconta all’ANSA di Saman Habbas, la 18enne scomparsa da oltre un mese nella Bassa Reggiana. La ragazza si era opposta a un matrimonio combinato, denunciando i suoi genitori. “Dagli anni ’90 – continua la sindaca – abbiamo conosciuto qui da noi una forte migrazione generata da motivi prettamente economici da parte delle popolazioni indiane e pachistane. Che oggi convivono ben integrati. Hanno messo radici qui, i sikh hanno costruito il proprio tempio e abbiamo anche un centro islamico frequentato sia da pachistani, sia da marocchini che condividono gli spazi di preghiera. Non e’ la prima volta che si verifica un caso di questo genere, altre volte nella Bassa ci sono state segnalazioni di matrimoni forzati che portano poi a una situazione di lacerazione familiare. Ma e’ la prima volta che viviamo un dramma come quello di Saman”. La ragazza qualche mese fa si era gia’ allontanata dall’Italia, andando in Belgio: “Lei nutriva un fermento, una forma di ribellione comprensibile e naturale. Lo conferma il fatto che quando contatto’ i nostri servizi chiese di essere salvata quando le cose stavano precipitando. Non sappiamo perche’ abbia voluto fare ritorno a casa poi. Il Comune si costituira’ parte civile? Valuteremo in un eventuale sviluppo processuale, ora l’importante e’ che Saman sia viva”, conclude la Carletti.

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