Santo Stefano di Camastra, la storia della città cartolina e della “sua” ceramica: la frana di fine ‘600 e la rinascita grazie all’argilla [FOTO]

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La storia del centro di Santo Stefano di Camastra, in provincia di Messina, e della “sua” ceramica

Ad oggi conta circa 4.500 abitanti, ma un centro così piccolo riesce comunque ad essere riconosciuto e definito per una caratteristica particolare. Santo Stefano di Camastra, paesino in provincia di Messina ma quasi al confine con Palermo, è infatti – per tutti – la “città della ceramica”. E non è un appellativo qualunque. Non lo è in quanto semplice accostamento di un oggetto a una cittadina. Il fascino di questa storia sta tutto nel fatto che – passati i secoli, le diverse culture, gli abitanti – la lavorazione della ceramica sia rimasta un punto fermo nello sviluppo e nell’economia di questo territorio. Ma andiamo con ordine.

La storia della città di Santo Stefano di Camastra

Il nome Santo Stefano risale a tempi abbastanza antichi e fa riferimento al monastero benedettino di Santa Croce di Santo Stefano in Val Demone, un santuario nato in epoca normanna. Il paese, per un certo periodo, si chiamava esattamente Santo Stefano di Mistretta, per offrire un collegamento geografico al vicino e più grande e importante centro di Mistretta. La denominazione decade parzialmente con la decadenza del paese stesso: a causa di forti piogge torrenziali, infatti, nel 1682 una frana devasta Santo Stefano. Tocca a Giuseppe Lanza, duca di Camastra, ricostruire la cittadina. E così, su aiuto dell’ingegnere militare Carlos De Grunenbergh, che si è occupato del disegno artistico, viene fuori la nuova Santo Stefano, che si presenta come un rombo circoscritto in un quadrato. Giuseppe Lanza, già duca di Camastra, diventa anche principe della Terra e Stato di Santo Stefano e l’appellativo “di Camastra” viene conferito alla cittadina nel 1812, anno in cui viene promulgata la Costituzione in Sicilia.

Santo Stefano di Camastra e la storia della ceramica

E la ceramica a Santo Stefano si inizia a diffondere proprio contemporaneamente alla nascita del paese e in poco tempo diventa – ed è tutt’ora così – simbolo della tradizione del territorio e principale fonte economica. La città ricostruita dopo la frana sorse un po’ più in alto, a valle, vicino alla costa. E’ qui che gli abitanti di Santo Stefano trovarono l’argilla, che iniziano a utilizzare per le proprie attività. Questo materiale viene usato per le abitazioni e nascono anche le prime botteghe artigianali. Il procedimento è quello consueto: si estrae l’argilla che viene poi lavorata con l’acqua e resa più “plastica”, portata alla consistenza tale da poter essere modellata a piacimento e in base alle forme richieste. Questo procedimento, subito assimilato dai stefanesi e trasmesso di generazione in generazione, è stato anche promosso – nel corso del tempo – grazie agli spostamenti sempre più frequenti dell’uomo. E così tutta Italia ha iniziato a conoscere la tradizione stefanese. Nel secolo scorso si è infatti registrato il boom, con la presenza delle automobili. A causa dell’assenza di autostrada, esistente da circa 15 anni, tutti coloro che avevano intenzione di passare da Palermo a Messina dovevano infatti per forza attraversare Santo Stefano di Camastra, rimanendo colpiti dall’atmosfera ricca di fascino, colori, grandi lavorazioni. Chi soggiorna a Santo Stefano, praticamente, si imbatte in una città totalmente rappresentata dalla ceramica. Tutto è lavorato così: dagli addobbi nei negozi alle incisioni dei numeri civici delle case. Una vera e propria città cartolina che, nonostante l’evoluzione dell’uomo e lo sviluppo dell’edilizia e del lavoro manuale, non ha mai perso le sue origini, riuscendo a cambiare volto con essa, ad aggiornarsi, senza però eliminare fascino, storia e tradizione.

Cosa visitare a Santo Stefano di Camastra

Un buon modo per riportare la vecchia storia della ceramica stefanese ai giorni nostri è senza dubbio il Museo della Ceramica di Santo Stefano di Camastra, una testimonianza da custodire attraverso un luogo che contiene molto di più che semplici oggetti in ceramica. Ma di luoghi da visitare in questo centro, anche non per forza legati strettamente alla ceramica, ce ne sono diversi. Come diverse sono le chiese presenti: da quella di San Giovanni a quella del Calvario; poi quella del Rosario, delle Grazie, il Santuario del Letto Santo. C’è poi il Museo Civico, il Palazzo Armao, la Fiumara d’arte e il Cimitero Vecchio.

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