Coronavirus, le ultime su zone a colori e Green Pass: in fascia gialla con terapie intensive al 15% e ricoveri ordinari al 20%

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Le ultime indiscrezioni, dopo la Conferenza delle Regioni, su zone a colori e Green Pass

Temi caldi in Italia, in questi giorni, i nuovi parametri per le zone a colori e l’utilizzo del Green Pass. A tal proposito, si è espresso così il Presidente Massimiliano Fedriga al termine della Conferenza delle Regioni: “Sia sulla revisione dei parametri per le zone che sull’uso del green pass sono in corso ulteriori interlocuzioni con il Governo e, dopo la discussione odierna, la Conferenza delle Regioni tornerà a riunirsi domattina per la definizione puntuale delle proposte. L’andamento della campagna di vaccinazione consente di aggiornare gli indicatori a cui si legano l’assegnazione dei colori alle diverse zone e le conseguenti misure di restrizione”. La riunione della conferenza delle Regioni è stata aggiornata alle 09:00 di domattina.

Fra le proposte dei vari governatori emerse in Conferenza c’è quella di ridurre il numero delle zone dalle attuali 4 a 3, quella di assegnare dei profili di rischio, di essere flessibili nella valutazione dei parametri nelle piccole Regioni, di fissare a 150 tamponi ogni 100 mila abitanti il numero minimo di test da effettuare ogni giorno e di considerare il numero dei vaccinati nelle Regioni. E’ stato anche auspicato di prevedere il passaggio in zona gialla soltanto per le Regioni che dovessero superare la soglia del 15% di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e del 20% nei reparti ordinari. Le Regioni hanno poi chiesto di utilizzare il Green Pass solo come un salvacondotto per scongiurare chiusure al di fuori della zona bianca. Per questo i governatori hanno chiesto la certificazione verde solo per discoteche e grandi eventi per permettere, almeno nella fase attuale, la riapertura di queste attività ancora chiuse. L’uso del pass per ristoranti e locali al chiuso riguarderebbe invece le aree al di fuori della zona bianca: una misura che, soprattutto in autunno, servirebbe per evitare nuove chiusure nel caso di un peggioramento della condizione epidemiologica, ma solo nelle zone più critiche.

Maglie più larghe, dunque, per l’ingresso in giallo: 15% in terapia intensiva e 20% in degenza ordinario. Numeri sicuramente meno contenuti e limitativi rispetti a quelli fatti circolare ieri (5% e 10%). E su questo è d’accordo anche l’assessore alla Sanità della Regione Sardegna, Mario Nieddu: “Avremmo ritenuto più opportuno – dichiara – mantenere le soglie di occupazione già previste, al 30% per le terapie intensive e al 40% per l’area medica. Bene l’ipotesi dell’introduzione di criteri di flessibilità. Bisognerà vedere come la Cabina di regia e poi il Governo recepiranno le nostre indicazioni. L’emergenza mostra uno scenario profondamente cambiato per il crescente numero dei vaccinati, che in Sardegna sfiora quasi il 50% per quanto riguarda le persone che hanno completato il ciclo vaccinale. Ovunque e anche sul nostro territorio osserviamo che a fronte di un’impennata dei casi dovuti alla circolazione della variante Delta, i dati sulle ospedalizzazioni sono contenuti. La gestione dell’emergenza non può rimanere ancorata a criteri inadeguati. Se l’impatto sul sistema sanitario resta basso occorre agire di conseguenza e guardare in avanti pensando in particolare alla nostra economia e alle imprese che hanno ripreso a rialzarsi ora dopo un lungo periodo di sacrifici”.

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