Scarcerato Domenico Creazzo, il consigliere regionale di Fratelli d’Italia e Sindaco di Sant’Eufemia d’Aspromonte. Il Tribunale: “assenza di rapporti con la ‘ndrangheta è evidente”

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Il Tribunale di Palmi ha scarcerato Domenico Creazzo: il consigliere regionale di Fratelli d’Italia e Sindaco di Sant’Eufemia d’Aspromonte dal 2012 al giorno degli arresti vede giustizia rispetto alla propria posizione nell’inchiesta Eyphemos su cui si è sempre dichiarato completamente innocente

Domenico Creazzo, consigliere regionale della Calabria, già Sindaco di Sant’Eufemia d’Aspromonte (2012-2020) e Presidente del Parco Nazionale d’Aspromonte (2018-2020), è stato scarcerato e non è quindi più costretto agli arresti domiciliari in cui s’è trovato ristretto per un anno, cinque mesi e due giorni, dal 25 febbraio 2020 fino a ieri quando il Tribunale di Palmi, presieduto da Angelina Bandiera, in camera di consiglio con i giudici Federica Giovinazzo e Martina Tuscano, ha parzialmente accolto la richiesta degli avvocati difensori di Creazzo, Pasquale Condello e Michele Sarno.

Nel documento di scarcerazione emergono motivazioni molto forti a sostegno della posizione di Creazzo. Il presidente del Tribunale, infatti, scrive che “dal complesso degli elementi forniti dalla difesa emerge con evidenza l’assenza di qualsivoglia rapporto tra Domenico Laurendi e Creazzo, il quale sin dal primo momento ha negato i rapporti“. Creazzo era finito ai domiciliari con la pesantissima accusa di scambio elettorale politico-mafioso. Secondo l’accusa, infatti, Creazzo avrebbe vinto le elezioni regionali rivolgendosi alla ‘ndrangheta proprio tramite al boss Domenico Laurendi. Dimostrata l’inesistenza di questi rapporti, cadono tutte le accuse costruite intorno a questa ipotesi.

Il Tribunale ha rimandato al dibattimento la sentenza definitiva su Creazzo, che ha scelto il rito immediato convinto della propria innocenza. Ma soltanto l’imminenza delle nuove elezioni regionali (ottobre 2021) ha portato i giudici a mantenere la misura cautelare dell’obbligo di dimora a Sant’Eufemia d’Aspromonte, “non potendosi escludere in astratto la possibilità che Creazzo svolga attività politica“.

L’incubo di Creazzo, stimato finanziere da sempre in prima linea in tutte le battaglie per lo Stato e per la legalità, è iniziato all’alba del 25 febbraio quando scattava l’operazione Eyphemos condotta dalla Dda di Reggio Calabria. Un’inchiesta a cui è seguita una seconda parte e che ha complessivamente 76 indagati, per molti dei quali però tutte le accuse sono già cadute. Clamoroso il caso di Domenico Forgione, storico e intellettuale di Sant’Eufemia rinchiuso in galera per 7 mesi per uno scambio di persona. Stesso errore per Cosimo Idà, maresciallo dell’Esercito e vice sindaco di Creazzo, anche lui scarcerato dopo 9 mesi. Tra gli arrestati, anche il presidente del consiglio comunale Angelo Alati ha ritrovato la libertà: con l’ordinanza che scarcera Creazzo possiamo dire che tutti gli imputati il cui coinvolgimento nell’inchiesta ha determinato lo scioglimento del Comune di Sant’Eufemia hanno oggi visto prevalere, in toto o in modo ancora parziale, le loro posizioni di innocenza mentre a Sant’Eufemia da un anno e mezzo ci sono i commissari prefettizi mandati a sostituire un’Amministrazione che aveva fatto della lotta alla ‘ndrangheta la propria priorità.

Creazzo, che si è sempre detto fiducioso della giustizia, a maggior ragione oggi confida di poter ribadire e dimostrare la propria assoluta innocenza nel dibattimento.

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