Nadef e legge di bilancio: entro il 27 settembre la presentazione alla Camera ed al Senato

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Ci stiamo avvicinando al 27 settembre data entro la quale l’esecutivo Draghi deve presentare alla Camera e al Senato il NADEF (nota di aggiornamento al documento di economia e finanza)

Ci stiamo avvicinando al 27 settembre data entro la quale l’esecutivo Draghi deve presentare alla Camera e al Senato il NADEF (nota di aggiornamento al documento di economia e finanza). Questo è un passaggio importantissimo perché il Governo definisce in maniera più precisa quelle che sono le nuove stime economico-finanziarie formulate sulla base dei maggiori dati a disposizione. In pratica si tratta di un aggiustamento delle previsioni formulate nel DEF (documento di economia e finanza) presentato nel mese di aprile.

E’ importantissimo perché il NADEF è il primo passo verso l’elaborazione della successiva legge di bilancio che contiene le spese pubbliche e le entrate dello Stato che si prevedono per l’anno successivo. L’iter della legge ha tempistiche molto precise. Entro il 15 ottobre il testo va trasmesso alle istituzioni UE, entro il 20 ottobre va presentato al Parlamento, entro il 30 novembre giunge il parere delle istituzioni europee e finalmente entro il 31 dicembre il testo definitivo, dopo le eventuali note di variazione è approvato dal Parlamento Italiano.

Sul fronte previdenziale, in vista delle scadenze sopra riportate, la partita è ancora tutta da giocare. La scadenza di “quota 100” si avvicina e con essa il prepotente ritorno in toto della famigerata legge Fornero. Salvini in piena campagna elettorale per le elezioni amministrative di ottobre in ogni comizio afferma che “quota 100” è stata un successo, che potrebbe tranquillamente essere prorogata magari eliminando il RdC, e che si opporrà con ogni mezzo al ritorno della legge Fornero. Ma in realtà tutte le forze politiche non vogliono un ritorno “tout court” della legge dell’odiata Prof.ssa e tutti sono concordi nell’affermare che alla chiusura di “quota 100” alla fine dell’anno c’è la necessità di operare una flessibilità in uscita. Proprio pochi giorni fa la Commissione Tecnica sui lavori gravosi ha terminato la prima parte dei suoi lavori ed ha trasmesso al Governo per una valutazione in merito un esteso elenco di ulteriori categorie di lavori gravosi che passerebbero da 65 ad oltre 200. Però ora viene il difficile. Perché il Ministro del Mef Franco alla luce anche del buon andamento del PIL dovrà indicare quanti denari destinare all’aspetto previdenziale.

Tutte le opzioni che sono sul tappeto, come 41 anni di contribuzione per tutti oppure 62 anni di età per l’accesso al pensionamento proposta sia dalle organizzazioni sindacali che dai gruppi facebook uniti, la proposta del Presidente dell’INPS Tridico di pensionamento a 63 anni col metodo contributivo e successivamente a 67 anni di età conseguire anche la parte di retributivo, e dal ultimo quella di dell’istituzione di un fondo pubblico della durata di tre anni 2022-2023-2024 con una sorta di quota 101 o 102 per accompagnare le persone al pensionamento e solo successivamente farlo passare sul bilancio dell’INPS, sono costose. Ed inoltre bisogna pensare ad un fondo per i giovani che hanno carriere discontinue ed agevolazioni di flessibilità in uscita per le donne.

Il lavoro del Ministro Franco sarà molto complesso ma recuperando i quasi dieci miliardi di € di “quota 100” e a causa, purtroppo, degli oltre 130.000 decessi causati dal Covid che hanno generato in dieci anni un risparmio di quasi dodici miliardi di € una buona, equa e strutturale riforma previdenziale sarà possibile.

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