Forza Nuova, la stoccata di Francesco Storace: “quando faceva vincere la sinistra nessuno insorgeva”

StrettoWeb

Francesco Storace interviene duramente in merito ai fatti degli ultimi giorni e alla possibilità dello scioglimento di Forza Nuova: l’ex presidente della Regione Lazio parla di strumentalizzazione politica da parte della Sinistra

La gravità del comportamento politico della sinistra è voler assimilare chi ha fatto violenze a una comunità che le violenze le subisce. Mentre parliamo, in questi mesi si sono accumulate azioni criminali contro FdI, Lega e addirittura il sindacato Ugl, senza che nessuno abbia condannato o si sia sognato di sciogliere le organizzazioni di sinistra“. Dura la presa di posizione di Francesco Storace, esponente politico della destra italiana, nonchè ex presidente della Regione Lazio, in merito agli ultimi episodi di violenza e al possibile scioglimento di Forza Nuova.

Secondo Storace ci sarebbe un pregiudizio politico che, con la scusa dell’antifascismo, colpirebbe l’intera destra italiana. “E’ evidente – osserva Storace, intervistato dall’AGI – che c’è la strumentalità. Chi conosce la destra sa che c’è sempre stato fin dai tempi del Msi uno spartiacque tra i partiti e le formazioni extraparlamentari. Ci sono state occasioni di contatto ma mai sulla pratica della violenza, e comunque si è trattato di occasioni contingenti. Si vuol far partire una sorta di abiura per un’operazione politica di parte“.

Storace su Meloni e possibili legami con il fascismo: i precedenti politici

Per quanto riguarda la mozione depositata in Parlamento sullo scioglimento di Fn, sulla quale non è presente un accordo unitario fra i vari attori politici, Storace cita un politico del fronte opposto, Stefano Fassina: “ho letto le sue affermazioni e ha ragione: se la mozione sullo scioglimento di Forza Nuova venisse votata solo dalla sinistra, vorrebbe dire che solo quella parte è depositaria di valori come la democrazia. Tutto appare quindi strumentale, in campagna elettorale. Addirittura è stata indetta una manifestazione sindacale durante il silenzio elettorale. Che ci andrebbero a fare Salvini e la Meloni, a prendersi i fischi?“.

A proposito della Meloni e dei possibili legami di Fdi con il fascismo, Storace tira in ballo alcuni precedenti elettorali che smentiscono possibili ambiguità con Fn e Casapound:Fiore e Casapound li ho avuti contro alle Regionali, quando correvo contro Zingaretti ma all’epoca la sinistra non insorgeva perche’ toglievano i voti a me. Nel 2005 stessa storia, con la Mussolini, che fece vincere Marrazzo. Fiamma Tricolore come simbolo? Il leader riconosciuto della destra di governo e’ stato Fini. Ebbene, lui è andato al governo nel 1994 come ultimo segretario del Msi, è stato vicepresidente del Consiglio, ministro degli Esteri e presidente della Camera, e nessuno gli ha mai rinfacciato la Fiamma tricolore. Addirittura Mirko Tremaglia, ex-combattente della Rsi, è stato ministro. Punire violenza d’accordo, ma che c’entra con l’abiura?“.

Giorgia Meloni
Foto di Riccardo Antimiani / Ansa

Storace: “la divisione permanente degli italiani è una costante della sinistra”

Achtung elezioni, tirate fuori un po’ di materiale per la lotta antifascista. Davvero cimeli d’altro tempo, che però continuano a suscitare dibattiti incredibili. – dichiara Storace Certo, ci sono passioni ideologiche che sembrano aver bisogno della carica giusta, ma che ad ogni campagna elettorale debbano esser tirate fuori dai cassetti, suscita davvero imbarazzo. E’ la morte delle idee. Perchè è revival. Vai in televisione – di più sui social – e ti chiedono se sei antifascista. La risposta viene facile: scusatemi, ma dov’è il fascismo che incombe? ‘Allora mi dica se è fascista’. E ti viene spontaneo dire che il Pnf non c’è e non si capisce perchè non ci sia tanto ardore sul comunismo. ‘Ma che c’entra – ti fanno – in Italia il comunismo non c’è stato’. Però, se si continua così il sospetto che lo vogliate viene immediato. Poi ti buttano in mezzo Roberto Fiore, Giuliano Castellino e ‘quelli della Cgil’, intesi come assaltatori. Quindi, se sabato scorso fossero stati febbricitanti, il fascismo non sarebbe tornato.

In realtà – continua Storaceil tema della divisione permanente degli italiani è una costante della sinistra, nei momenti in cui le è utile. Parlano di unità nazionale, ma se il 25 aprile si avvicina un esponente di destra alle loro iniziative, i fischi si sprecano: accadde a Umberto Bossi – che pure si diceva fiero antifascista – e tempo dopo a Letizia Moratti e Renata Polverini. Richiamare l’antifascismo a chi oggi ha tra i cinquanta e i sessanta anni è complicato. Perchè ha convissuto con troppo sangue versato. Lo testimonia il lungo martirologio del Msi, troppi ragazzi morti ammazzati, nella gran parte dei casi nei quartieri meno agiati delle città. Oggi la parola ‘camerati’ è usata il più delle volte in loro onore. Non nostalgia, ma fratellanza comunitaria. C’è chi li ha visti cadere al suo fianco. O bruciare tra le fiamme. Erano gli anni in cui ‘uccidere un fascista non è reato’, era il tempo del cosiddetto ‘antifascismo militante’. Ecco, quando si chiede una specie di professione di fede si deve avere il buongusto di non dimenticare mai quanto è accaduto anche nella storia recente. Esattamente come deve avvenire, rispetto per rispetto, per le vittime ‘dell’altra parte’. Senza questo non ci sarà mai pacificazione“.

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