Calabria, il saluto di Capitano Ultimo: “per sempre nel cuore”. Poi la “frecciatina” al Governo e il supporto ai No Green Pass

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“Ho capito l’abbandono della Calabria toccando con mano la distanza siderale che c’è tra Roma e la periferia dell’impero, il Governo centrale non prova a collaborare con gli enti locali”, afferma Sergio De Caprio. E la frase sul Ministro Lamorgese è destinata a generare reazioni

Il Capitano Ultimo saluta la “sua” Calabria e lancia un messaggio di preoccupazione per il clima che si respira in Italia. “C’è troppo autoritarismo in giro, e lo dico non dimenticando mai di essere stato, e di sentirmi ancora, un fedele servitore dello Stato e un uomo delle istituzioni come carabiniere per più di quattro decenni, e anche dopo, nella mia esperienza di assessore all’ambiente in Calabria, appena conclusasi”: in un’intervista a La Verità Sergio De Caprio, l’uomo che nel 1992 ha catturato il capo dei capi della mafia Totò Riina, parla delle proteste di piazza contro la Certificazione Verde. “Si vuole considerare i no-vax e i no-Green Pass un’unica entità. Quindi, mentre si vuole sciogliere Forza nuova per l’assalto alla Cgil (e a me va benissimo, la violenza è l’antitesi della democrazia), si esercita una forma sottile e subdola di coercizione verso chi magari trova singolari le affermazioni del ministro dell’Interno sugli scontri e il ruolo di agenti preposti alla verifica della forza ondulatoria di una jeep”, ha affermato Capitano Ultimo.

Poi sulla vicenda rincara la dose: “mi dispiace che chi ha scritto quel passaggio del discorso al ministro Lamorgese non si sia reso conto di esporla a inevitabili sarcasmi, non solo in Parlamento. Però ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere: qui si accusa di oscurantismo il regime dei talebani, ma davanti a certe iniziative mi chiedo chi voglia davvero tornare al medioevo. Lei sa che è stata emanata una circolare-bavaglio in cui ai carabinieri si inibisce, con ferrei paletti, l’uso dei social anche per quanto riguarda foto o messaggi di natura affettiva, amicale, familiare?”.

Il pensiero torna all’estremo Sud, con la nomina del Presidente Roberto Occhiuto finisce l’era vissuta in Giunta: “la Calabria è e resta nel mio cuore, con la sua splendida gente, i 404 sindaci con cui abbiamo lavorato con entusiasmo rispettando quanto avevo annunciato al momento della nomina, voluta dal presidente Jole Santelli: tutelare l’autodeterminazione delle comunità calabresi senza l’interferenza delle mafie di ogni tipo”. “Ho capito l’abbandono della Calabria – dice ancora il Capitano Ultimo – toccando con mano la distanza siderale che c’è tra Roma e la periferia dell’impero. Insieme alla giunta e ai sindaci, abbiamo individuato criticità e proposto al governo un’agenda di priorità. Ho potuto verificare che lo Stato centrale non cerca la collaborazione con gli enti e le persone del posto. Piuttosto pare averne una visione, come dire, feudale, in cui si danno ordini e diktat da eseguire, procedendo con commissariamenti a raffica che mortificano le tante persone capaci e perbene che pure non mancano, a cominciare da quella per la sanità (con lo spettacolo indecoroso dell’autunno 2020, candidati che saltavano come tappi)”.

Infine un apprezzamento per Giorgia Meloni e quel ricordo dell’indimenticabile presidente Jole Santelli“Per Meloni nutro sentimenti di amicizia e stima, in un rapporto che risale a tanti anni fa. Per essere chiari: non nasce ora che i sondaggi le sono ampiamente favorevoli. È l’unica donna che fa politica in prima fila. Per questo, a prescindere da come la si pensi, bisognerebbe riconoscerle il merito di aver infranto il soffitto di cristallo e di essere una protagonista in un mondo maschile. Strano che almeno tale merito non le venga riconosciuto, evidentemente pesa nei suoi confronti il pregiudizio verso le sue radici di destra. Ammiro lei, come ammiravo per gli stessi motivi Jole Santelli, che per me è sempre presente”.

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