L’Opa di KKR su Tim, la più grossa società di telecomunicazioni in Italia

StrettoWeb

Il fondo americano KKR ha formulato una manifestazione d’interesse sulla TIM

Il fondo americano KKR ha formulato una manifestazione d’interesse sulla TIM, la più grossa società di telecomunicazioni presente in Italia. Il problema è che TIM pur essendo una realtà molto consolidata nel mercato italiano con oltre 40.000 addetti è al tempo stesso poco capitalizzata, meno di dieci miliardi di € che rappresentano per una società di tale portata una cifra non altissima. Il fondo americano KKR che si occupa di investimenti e gestisce asset per quasi 400 miliardi di € e il cui scopo è fare buoni affari per remunerare adeguatamente i suoi azionisti ha fiutato l’affare e ha fatto una offerta di 50,5 centesimi per azione comunicando, immediatamente, che l’eventuale OPA (Offerta Pubblica d’Acquisto) sarebbe stata amichevole e che anzi aspira ad ottenere il gradimento degli attuali amministratori e del governo. Il maggiore azionista di TIM è la francese Vivandì con oltre il 23% delle azioni seguito dalla Cassa Depositi e Prestiti, società controllata dal MEF, che ne possiede quasi il 10%. Entrambe le società hanno fatto sapere di non ritenere l’importo dell’offerta soddisfacente anche perché tutte e due avevano acquistato le azioni ad un prezzo superiore e in tal modo non ne avrebbero avuto un beneficio. Purtroppo questa ulteriore azienda che andrebbe in mani straniere non sarebbe che l’ultima di una lunghissima serie di eccellenze italiane che nell’ultimo ventennio hanno preso, come proprietà, la strada estera tanto per fare qualche esempio, Gucci, Fendi, Versace, Buitoni, Galbani, Zanussi, Pirelli, Ducati, ma in questo caso la situazione è diversa perché la TIM è una società di telecomunicazioni e di conseguenza una società che riveste un importanza strategica. Esiste infatti in Italia il cosiddetto “golden power” che è la facoltà da parte del governo di porre un veto all’acquisizione da parte di società straniere a salvaguardia dei settori della sicurezza nazionale nonché in ambiti come l’energia, i trasporti e, appunto, le comunicazioni. Il governo ancora non si è espresso sulla questione anche perché al momento l’OPA non è stata ancora formalizzata e non se ne conoscono precisamente i dettagli, diversamente dalle OO.SS. che si sono affrettate a comunicare la contrarietà a tale operazione temendo contraccolpi in termini di occupazione del personale. Probabilmente KKR non ne fa una questione di prezzo, gli analisti infatti vedono la possibilità che il fondo americano alzi l’offerta e probabilmente non ha particolari motivi oltre a quelli che rappresentano un buon affare, risanare l’azienda e poi rivenderla tra qualche anno ricavandone un buon utile, ma cedere la rete delle comunicazioni con i dati di tutti i clienti non mi sembra una buona idea e mi auguro che il governo italiano blocchi questa vendita a salvaguardia della sicurezza dei dati sensibili dei cittadini italiani.

Condividi