Reggio Calabria, Modafferi (Ancora Italia): “ennesimo tradimento di Falcomatà, si dimetta”

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Reggio Calabria, Modafferi (Ancora Italia): “in caso di condanna anche se in primo grado, è fatto obbligo all’amministratore di dimettersi. Anche questo principio nel caso delle condanne Miramare è stato tradito”

“Nel 2014 all’atto dell’insediamento, il neo eletto sindaco Giuseppe Falcomatà comunicava con orgoglio l’adesione alla Carta di Avviso Pubblico, Codice Etico Per la buona politica: documento nato con l´intento di certificare un operato etico e trasparente. A distanza di 7 anni quelle dichiarazioni vengono smentite nei fatti, in quanto disattesi i principi cardine della Carta“. E’ quanto afferma il Coordinatore Regionale di Ancora Italia, Giuseppe Modafferi. “In particolare: 1) Nel caso un amministratore venga giudicato per atti di mala gestio, è fatto obbligo all’amministrazione costituirsi Parte Civile nel processo. Questo per quanto riguarda il Processo Miramare non é avvenuto. 2) In caso di condanna anche se in primo grado, è fatto obbligo all’amministratore di dimettersi. Anche questo principio nel caso delle condanne Miramare è stato tradito. Nei fatti è evidente l’abbandono del codice etico, che nelle dichiarazioni del neo eletto sindaco doveva costituire la stella polare dell´agire del nuovo consiglio comunale eletto nel 2014. Noi di Ancora Italia restiamo sconcertati a fronte di tanta sfacciataggine, e il meno che si possa fare è dimettersi con urgenza, se non per dignitá politica, quanto meno per il rispetto della cittadinanza tradita. E´ necessario riavviare il confronto politico in cittá che porti a nuove elezioni in tempi brevi per la selezione di una nuova classe di amministratori. Qualora ció non dovesse avvenire facciamo appello a chi ha il potere di controllo, Prefettura e Procura, di intensificare glisforzi per avviare quelle attivitá necessarie per fare chiarezza su molti fatti ambigui e riportino aria di legalitá e moralitá necessari per ricostruire un rapporto di fiducia tra i cittadini e l’amministrazione”, conclude.

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