Reggio Calabria, la denuncia di Callea (Fp Cgil): “l’ASP è la rappresentazione plastica dell’irreversibile processo di smantellamento di quel poco che era ormai rimasto della sanità reggina”

StrettoWeb

L’ennesimo allarme accorato è lanciato dalla FP CGIL di Reggio-Locri che a “gran voce denuncia il disfacimento di un servizio pubblico istituito per garantire la salute dei cittadini”

“L’ASP di Reggio Calabria è la rappresentazione plastica dell’irreversibile processo di smantellamento di quel poco che era ormai rimasto della sanità reggina”. L’ennesimo allarme accorato è lanciato dalla FP CGIL di Reggio Calabria-Locri che “a gran voce denuncia il disfacimento di un servizio pubblico istituito per garantire la salute dei cittadini con interventi di prevenzione e cure appropriate e che, invece, naviga nel disinteresse più profondo”. “Gli organici di personale sono talmente striminziti e inadeguati – sia per la mancata sostituzione dei dipendenti pensionati, ma anche per l’eccessiva lunghezza burocratica degli iter per portare a termine i pochi concorsi autorizzati – da non riuscire a garantire le presenze in servizio sufficienti all’erogazione di cure ed assistenza che rispecchiano gli standard minimi di qualità e sicurezza“. E’ quanto scrive in una nota il Segretario Generale della Fp Cgil Reggio Calabria-Locri, Francesco Callea. “Ad oggi -prosegue- nonostante la proroga al 31 marzo dello stato d’emergenza, non v’è certezza alcuna sul rinnovo e prolungamento del contratto a tutti quegli operatori (dirigenti medici, infermieri, biologi, tecnici di laboratorio, o.s.s.) che sinora hanno dato un apporto fondamentale per “tener su la baracca”. Questi soggetti ove entro il 31 dicembre non vedranno rinnovato il proprio contratto, cesseranno le proprie funzioni, facendo venir meno il proprio indispensabile apporto ad un ASP già in evidente crisi di
personale. Ancora, già da tempo v’erano grosse difficoltà, ma oggi la situazione è divenuta drammatica, per ciò che concerne le carenze dei dispositivi necessari al regolare funzionamento delle attività ospedaliere, senza i quali non è possibile prestare adeguate
cure agli ammalati. A giudizio della FP CGIL tale critica situazione è da ricondurre a più fattori: Le gare necessarie all’acquisizione dei presidi sono scadute da tanti anni (a nulla sono valse le tante denunce in merito presentate dalla scrivente organizzazione sindacale) con prodotti aggiudicati spesso obsoleti sul piano tecnologico e prezzi inadeguati. Diverse interdittive antimafia della prefettura di Reggio Calabria hanno inficiato l’operatività di alcune aziende fornitrici locali, con conseguente mancata consegna dei beni; le numerose richieste inoltrate dai responsabili dei reparti dell’ospedale di Locri, non sono state, a tutt’oggi, prese in considerazione dall’ufficio provveditorato dell’Azienda (preposto agli acquisti), nonostante siano regolarmente motivate e presentate nella loro fondamentale importanza tecnico-scientifica. L’assenza di risposte e problematiche di oscura natura presso tale ufficio comportano gravissime problematiche alla quotidiana gestione sanitaria. A quanto sopra si è aggiunta da alcune settimane, secondo quanto riportato dagli addetti ai lavori, l’assenza di fondi sui conti economici e l’indisponibilità finanziaria presso la farmacia di Locri, la quale già penalizzata da un’insufficienza di personale di supporto e da carenza assoluta di quello amministrativo, è impossibilitata ad evadere le richieste e ad eseguire gli ordini di quei dispositivi indispensabili al regolare funzionamento dei servizi e fondamentali per effettuare procedure diagnostiche e terapeutiche quali: interventi chirurgici nelle sale operatorie, le attività nelle terapie intensive, nei reparti di dialisi, ecc”, conclude.

La CGIL -FP di Reggio-Locri invita “il commissario dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria a procedere senza indugio a: 1) provvedere a rinnovar in tempi strettissimi tutti i contratti in scadenza al 31 Dicembre; 2)intervenire sul Provveditorato per rimuovere gli ostacoli esistenti e mettere pressione ai dirigenti preposti, per evitare il generarsi di enormi disservizi all’organizzazione aziendale e danni alla salute dei cittadini”.

 

Condividi