Ricominciamo da 1 punto… a Como

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Riflessioni tra Reggina-Alessandria e Como-Reggina

In occasione della partita in casa con l’Alessandria (sconfitta 0-4), siamo usciti, dallo stadio Granillo, martedì scorso, per quanto successo sul campo, con la testa vuota, increduli, sbigottiti, sfiniti. Una Reggina che perde 4-0 in casa con l’Alessandria, una squadra mediocre, che ha dominato una Reggina senza nerbo, fiacca nelle gambe e con la testa chissà dove… Entrando allo stadio alle 20.10 abbiamo notato un segnale inquietante: gradinata quasi vuota, Curva Sud con il solito gruppo di Ultras, Curva Nord presenze insignificanti, tribuna meno affollata delle altre volte. Pensavamo che tutto fosse dovuto alla temperatura, piuttosto fredda alle nostre latitudini (12 gradi). I tifosi presenti eravamo fiduciosi di portare a casa una facile vittoria. Non pensavamo di dover assistere ad una scena da “delitto perfetto” anche se le poche presenze sugli spalti e gli ultimi risultati facevano presagire una serata poco favorevole.

Prima della partita sul manto erboso le due squadre e gli arbitri si preparavano facendo riscaldamento. A bordo campo si “pavoneggiava” il signor brillantina che ha difeso la società, nei giorni precedenti, asserendo che essa non ha debiti e che la stessa puntava alla serie A, mentre il Presidente era in campo per incitare i suoi ragazzi, come raramente abbiamo visto. Stranamente non abbiamo notato il costruttore della squadra. Comunque non mancava nulla per puntare al massimo risultato: c’erano i raccattapalle, l’addetta del Comune, i funzionari della Lega, tanti stewards (presenze rare sugli spalti). In attesa dell’inizio del match i tifosi in tribuna disquisivano sul perché dei risultati negativi delle ultime partite. In tanti si chiedevano cosa fosse successo. La Curva Sud, intanto, “riscaldava i motori” cantando l’inno scritto dal Maestro Raffaello, che compariva sul monitor per aiutare chi non ricordava le parole. Prima dell’inizio la Curva Sud mandava un avvertimento con uno striscione: “IL VOSTRO DOVERE È ONORARE LA MAGLIA, VINCERE OGGI È L’UNICO OBIETTIVO”. Probabilmente gli amaranto, concentrati sulla partita, non lo hanno letto!

Inizia la partita con un Calabrese in campo: il guardalinee Vigile dì Cosenza, che si sta distinguendo in campo nazionale per il suo impegno e per le sue qualità. Sugli spalti due funzionari della Reggina senza mascherina! Volevano dare un esempio di rispetto delle regole?… Lo speaker gridava a squarciagola l’importanza dell’uso della mascherina ma, purtroppo, in tanti non lo ascoltavano, probabilmente si era in ansia per la partita. I tifosi sugli spalti sembravano inquieti e dopo i primi minuti di gioco sono iniziati i commenti: “l’arbitro è addormentato!” “I giocatori l’allenamento lo fanno nel cortile”, “ritmo troppo lento” “Aglietti non capisce niente”. Facili profeti? Effettivamente nei minuti iniziali le due squadre davano mostra di molta imprecisione. La prima mezz’ora trascorreva con una Reggina confusionaria, mentre la Curva incitava la squadra cercando di “svegliare” i calciatori con una “sciarpata”. Al 31′ il primo patatrac. Fallo in area amaranto. Rigore. Gol di Corazza, mai tanto rimpianto dai tifosi. Il pubblico cominciava a rumoreggiare contro Aglietti. Mentre l’Alessandria era padrona del gioco, la Reggina risultava non pervenuta, se non con un reclamo del solito Bellomo che chiedeva un rigore per un fallo in area su Montalto. Al 42′ del primo tempo i tifosi amaranto dicono “addio ai sogni di gloria” perché Lunetta fa il secondo gol. A quel punto “scassano e con gli occhi di fuori” passano all’attacco inveendo contro la squadra: “tirate fuori i co…ni”, “andate a lavorare” ed altri improperi. Il primo tempo si chiudeva tra i fischi ed il secondo tempo si apriva con i fischi.

Non sapevano a “quale Santo votarsi”. Ognuno, incredulo, faceva le sue congetture e ognuno si domandava cosa stesse succedendo; se fosse un problema di giocatori avanti negli anni, se ci fosse scarsa concentrazione, se fosse un problema di preparazione atletica, di disorganizzazione societaria, se ci fossero problemi nello spogliatoio, se Aglietti avesse perso la fiducia dei calciatori e “chi ne ha più ne metta”. Qualcuno si domandava cosa facesse il general manager che dovrebbe rappresentare le orecchie e gli occhi del Presidente. Inizia il secondo tempo e l’Alessandria ritarda a rientrare senza dare spiegazioni. Si pensava che avesse la “pancia piena”, si pensava che fosse una tattica, che avesse paura del “ritorno” degli amaranto. Nulla di tutto ciò. Dopo circa 3 minuti la squadra ospite si presentava sempre più baldanzosa, tanto che dopo 8 minuti realizzava il 3°gol, ancora con Corazza, mentre nella Reggina erano iniziati i cambi che non portavano alcuna sortita. Dentro di noi ci domandavamo cosa stavano pensando il costruttore ed il farmacista. Chi di competenza ha sempre dichiarato che la Reggina aveva due calciatori di pari valore in ogni ruolo, quindi un titolare valeva l’altro. Se questo fosse il livello, sarebbe più giusto guardare verso il basso e non verso l’alto della classifica. Intanto Corazza usciva dal campo tra gli applausi di tutti i presenti. Per qualcuno non era buono per la serie B. In questa prima fase del campionato ha realizzato 8 gol. Ci è venuto il dubbio se chi fa SCOUTING conosca il mercato vero o quello che conviene di più? Abbiamo dovuto aspettare il 76′ per vedere il primo vero tiro in porta della Reggina (Cortinovis). Al 79′ i tifosi, stanchi amareggiati e stralunati incominciavano ad abbandonare lo stadio. Non sapevano e non capivano cosa pensare! All’82’ la Reggina non riusciva a fare un tiro nello specchio della porta; all’83’ l’Alessandria “completa l’opera”, Lunetta segna il 4° gol. La partita si concludeva al grido di: BUFFONI,BUFFONI,BUFFONI… Gli atleti si avviavano verso gli spogliatoi a testa bassa per la vergogna. Qualcuno li obbligava a tornare in campo per presentarsi davanti alla Curva che, nel frattempo, aveva abbandonato gli spalti prima della fine. Si dovevano inginocchiare per il comportamento disonorevole? Persone strapagate profumatamente per un lavoro di 3/4 ore al giorno è giusto che portino un risultato così disastroso? Speriamo che la Stampa, questa volta, sia meno benevola ed anziché premiarli con i 5-6 in pagella mettessero voti pari ai 3-4,anche se con un eccesso dì magnanimità.

Nella notte di martedì e nei giorni successivi il Presidente inc…to all’ennesima potenza, non potendo cambiare tutta la squadra, suo malgrado, è stato costretto a mandare via l’allenatore, come sempre accade quando le cose vanno male. Ma siamo sicuri che le colpe sono tutte di Aglietti che paga per tutti, sia per chi scende in campo e sia per chi sta dietro la scrivania? Il Presidente, a questo punto, esasperato dopo aver speso tanti soldi, dopo aver dedicato tanto tempo, drasticamente, ha chiamato a gestire una vecchia conoscenza della società, l’avv. Vincenzo Iiriti assegnandogli il ruolo di Direttore Generale con ampi poteri e, nello stesso tempo ha deciso di sostituire l’allenatore richiamando Domenico Toscano, già a busta paga della società. Cambieranno le cose? Probabilmente a livello organizzativo si darà una forte sterzata a tutti i dipendenti, dal più importante e responsabile a quello con meno responsabilità (incarichi più leggeri). Sul campo, dopo aver visto la partita con il Como, a nostro parere, si è notata un po’ di buona volontà, soprattutto nel 1° tempo dove, grazie a Rivas, la Reggina è andata in vantaggio. Nel 2° tempo il Como ci ha messo sotto e ci è andata bene che è riuscito “solo” a pareggiare. A nostro parere la partita con il Como, per certi versi, rappresentava la partita della verità per la Reggina che era accompagnata da circa 400 tifosi e dalla Dirigenza al completo. Possiamo dire che pareggiando alla fine ne è uscita indenne su un campo difficile. Anche se dobbiamo dire che la Reggina, su un manto erboso che lasciava a desiderare, oltre al gol di Rivas, pronto a battere in rete una respinta del portiere, ha disputato un discreto primo tempo. Il secondo tempo riteniamo che sia stato un monologo del Como che ha colpito un palo e si è “mangiato” un paio di occasioni (una a porta vuota all’87 con Gliozzi, Calabrese di Siderno, anche lui, se ricordiamo bene, ha giocato nelle giovanili della Reggina). La Reggina ha rischiato di tornarsene a casa con “le pive nel sacco”. Da qualche parte abbiamo letto che gli amaranto potevano raggiungere la vittoria e si giudica patologica la flessione finale. A nostro giudizio il secondo tempo è stato dominato dal Como. Nondimeno l’allenatore amaranto era contento della prestazione dei suoi ragazzi a fine partita, anche se, onestamente, ha dichiarato che ancora non si è fatto nulla e che bisogna migliorare. I voti assegnati alla nostra squadra ci sono sembrati leggermente alti rispetto a quanto si è visto in campo. Servono per incoraggiamento!

Comunque è bene metterci alle spalle il recente passato e guardare avanti, anche se una riflessione, che riteniamo logica, bisogna farla. La società ha dichiarato che non esistevano divisioni all’interno dello spogliatoio ed i problemi sono di natura tecnica e psicologica. Ecco spiegato il motivo del ritorno di Toscano, il quale ha riconosciuto i valori dell’organico per il quale ha iniziato a lavorare sulla testa dei calciatori per riacquisire le certezze smarrite e uscire dalla fase negativa. Le qualità e la personalità dei singoli non si discutono per cui lo psicologo-allenatore si dovrebbe porre l’obiettivo di disputare un girone di ritorno ad alto livello. Tanto da puntare almeno ai Playoff? Neanche il Direttore che ha il termometro dello spogliatoio meglio di qualunque altro, si è saputo spiegare la metamorfosi negativa della Reggina, che dal secondo posto è scivolata al dodicesimo posto in classifica. Tanto da preoccuparsi delle squadre che stanno sotto. Il Direttore vedendo la grande voglia di Toscano di tornare ad essere protagonista, così come aveva saputo fare nella precedente esperienza vissuta in amaranto (ci domandiamo perché allora è stato esonerato?), ha voluto il suo ritorno perché lo ha sentito fortemente motivato, pronto alla sfida perché convinto che questa squadra abbia dei valori che con Aglietti sono stati smarriti. Indispensabile nella scelta il “fuoco dentro” che l’allenatore ha avvertito nel momento in cui ha deciso di ritornare. Speriamo che questo fuoco non si spenga e che non piova fino alla fine del campionato. Comunque le ultime pesanti sconfitte potrebbero rappresentare un bene perché adesso dovrebbero esserci meno alibi e molto di più materiale su cui lavorare. L’allenatore, comunque, è contento del pareggio a Como anche se dichiara che c’è ancora molto da lavorare per recuperare la condizione migliore.

Una cosa è certa l’unico vincitore, in questo contesto, è il Tifo che deve fare onore a tutto il Club amaranto e del quale può andarne fiero. I tifosi hanno sempre sostenuto sia in casa che in trasferta la Reggina fino a quando non hanno perso… la pazienza (vedi fine partita con l’Alessandria). Nel concludere questo piccolo romanzo un pensiero va dedicato al Presidente Gallo: “Illustre Presidente vada avanti per la sua strada, cerchi di stare sempre più a Reggio, vicino alla Squadra ed alla Società perché come si dice da noi: “L’OCCHIO DEL PADRONE INGRASSA IL CAVALLO”. Lei è l’unica persona che ha diritto a parlare di Reggina, perché lei mette i soldi, l’anima ed il tempo da dedicare. Gli altri sono pagati profumatamente per lavorare senza se e senza ma. Ciò precisando che oggi, grazie a lei, si può parlare e scrivere di Reggina. Lunga vita Presidente e da Presidente!”

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