La mascherina che non c’è

StrettoWeb

Da oggi vogliamo creare una idilliaca linea di contatto con i nostri lettori facendo riferimento a “pillole comunicative” che potrebbero diventare oggetto di riflessione comune. La Gazzetta dello Sport del 15 gennaio 2022 riferisce di una intervista di Adriano Panatta a Radio Capital in merito al caso “Djokovic”, il tennista serbo che si trova in Australia dove dovrebbe/vorrebbe(?) disputare il torneo “Australian Open”.

Il Mitico Adriano dichiara: “Ci sono in tabellone 128 giocatori, 127 sono vaccinati e uno no, vi sembra normale? Le motivazioni che lui ha portato secondo me si sono rivelate farlocche. Ha ammesso delle mancanze, ma una su tutte è gravissima: da positivo è andato in giro. In tutti i Paesi del Mondo questo è un reato”.

Finalmente, giusto o sbagliato, qualcuno parla di “reato” da parte dei non vaccinati. Guardandoci in giro in tutta Italia, soprattutto al Sud, incontriamo in giro almeno il 50% di persone senza mascherina. Vediamo “clochard” che incuranti del Covid girano senza mascherina, persone che chiedono l’elemosina, provenienti da tutte le parti del Mondo, che li imitano, stranieri di tutti i colori che anziché rispettare le regole del Paese che li ospita e dove lavorano(?) camminano imperterriti senza mascherine in piena “libertà” senza che nessuno intervenga. Questa si chiama Democrazia! Evviva!

In questo contesto noi persone normali che stiamo attenti prima di uscire da casa di indossare categoricamente la mascherina FFP2, che aspettiamo con ansia la scadenza del giorno per andare a sottoporci alla seconda o terza dose di vaccino, che abbiamo subito 30/40 giorni ammalati di Covid, quando ci è andata bene in casa o ricoverati in ospedali per giorni, settimane ed in alcuni casi per mesi?

Dobbiamo rimanere reclusi in casa fino a quando scompare la pandemia? Dobbiamo combatterla? E come? Sapendo che una percentuale di persone che ci sta accanto per le strade e nei locali vive come se nulla fosse accaduto negli ultimi due anni? Mah…. L’unica speranza è di affidarci al Divino facendo nostra la frase: che Dio c’è la mandi buona!

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