Interventi in ospedale solo a chi ha la terza dose, Pregliasco prova a metterci una pezza: “non rifiutiamo i non vaccinati”

StrettoWeb

Fabrizio Pregliasco replica al servizio di Rete 4 di “Fuori dal Coro”, secondo cui l’ospedale Galeazzi rifiuterebbe le cure ai non vaccinati

“L’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi smentisce quanto affermato da Mario Giordano nella trasmissione “Fuori dal Coro” in onda ieri sera su Rete4, affermazioni riprese quest’oggi dal quotidiano “La Verità”, secondo il quale nel nostro ospedale verrebbero rifiutate le cure ai pazienti non vaccinati per COVID-19. A causa della situazione epidemiologica che l’ospedale sta affrontando e che da fine dicembre a oggi evidenzia un incremento esponenziale di casi positivi COVID-19 tra pazienti ed operatori sanitari, è stato necessario riorganizzare l’attività complessiva”. E’ arrivata la replica di Fabrizio Pregliasco, tramite l’ufficio stampa del gruppo San Donato. Smentito quanto affermato da Mario Giordano nella trasmissione di ieri, anche se in realtà il giornalista non ha affermato alcunché. Il servizio di Rete 4, infatti, parla da sé: sono state le operatrici dell’ospedale, al telefono, a riferire ai due pazienti coinvolti, Raffaella e Kevin, che sarebbe stata necessaria la terza dose o comunque la seconda entro 4 mesi. Concetto poi confermato di persona quando l’inviato si è presentato alla struttura per chiedere chiarimenti. Il dottore, per questo, è stato anche ascoltato in Procura a Milano.

Pregliasco prova così a metterci una pezza: “A tutti i pazienti vengono garantiti gli interventi non procrastinabili quali quelli di ortopedia oncologica, neurochirurgia oncologica, il trattamento di pazienti con infezioni osteoarticolari e tutti gli interventi di traumatologia, garantendo tutti gli accessi da Pronto soccorso – si legge ancora nella nota di replica – Le visite ambulatoriali sono garantite a tutti i pazienti, così come l’attività chirurgica ambulatoriale viene assicurata con la presentazione di un Green pass base, secondo le indicazioni ministeriali”.

“Per gli interventi non urgenti che coinvolgono pazienti con fragilità, è stata data l’indicazione, previa valutazione dei medici dell’équipe di riferimento, di posticiparli, non certo di rifiutarli“, la precisazione. Il motivo? “Questi pazienti potrebbero determinare l’impegno della terapia intensiva, che dobbiamo mantenere il più possibile operativa, anche per i ricoverati COVID-19 positivi. Tali disposizioni sono per tutelare la salute di ogni paziente che afferisce all’ospedale e limitare i rischi correlati a questo momento pandemico”.

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