Il fastidio di pensare – Il mondo oltre la soglia di casa

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La Stampa, quotidiano torinese che gode di ottima reputazione, scriveva qualche giorno fa che il costo del ricovero di un non vaccinato in un ospedale piemontese poteva arrivare finanche a cinquecentomila euro al giorno (tralascio en passant di indagare come mai le spese scendono se invece chi si ricovera ha il vaccino: magari siccome ha ottime prospettive di guarigione si possono permettere di metterlo in qualche lazzaretto e affidarlo a qualche infermiere improvvisato). Considerando che, magari, se questo poveraccio potrebbe rimanere ricoverato mettiamo una settimana allora il suo costo arriva all’ordine di milioni di euro per un lettino, qualche infermiera condivisa e l’uso, nei casi estremi, di un macchinario. Orbene, poiché s’era fatta largo molto seriamente l’idea, anche da parte di illustri cultori del diritto come il giudice Gratteri, che chi il vaccino non lo voleva fare venisse bandito dal servizio sanitario nazionale, allora mi verrebbe da pensare, ragionando ipoteticamente s’intende, che chi si dovesse ricoverare e il vaccino non l’ha fatto, visti questi costi allora tanto vale che una clinica se la comprasse direttamente, con tutto il reparto e il corpus infermieristico a busta paga, che gli costa di meno, e se poi un altro chiedesse di ricoverarsi una settimana è una fortuna: ha già recuperato tutto l’investimento ed è in attivo.

Questa idea che bisogna togliere le cure a chi non si vaccina perché è causa del suo mal (che è tutto da dimostrare, ma lasciamo stare) è un’idea molto bizzarra, ma come sempre l’intellettualismo italico si lascia facilmente inuzzolire dalle vie inusitate. Una volta sentii di un aspirante suicida che aveva ingurgitato pillole d’ogni genere: lo salvarono dopo una settimana in rianimazione, ma a nessuno venne in mente di dire a sua madre che andava a vederlo da dietro il vetro che siccome la causa di tutto questo era lui era uno spreco di risorse e di lettini, e la prossima volta, almeno, avesse la decenza di provarci meglio o magari d’impiccarsi, così almeno si risparmiavano la lavanda gastrica, che quelli sono soldi pubblici che se ne vanno. E quando Riina, quel galantuomo che di utenti al servizio sanitario ne tolse parecchi, dovette essere operato, lo Stato si riservò di mandargli un elicottero per prenderlo dal suo ultimo domicilio, quale onore, nonostante di tasse non ne pagasse ormai da parecchi anni.

Eppure quelli che danno fastidio sono i non vaccinati, che stanno bene, le tasse le pagano, non hanno aspirazioni mortifere, solo perché (come tutti) potrebbero ammalarsi. Ma ammalarsi, naturalmente, potrebbero tutti. È per questo che esiste il servizio sanitario nazionale, per guarire quelli che si ammalano. Guarisce fumatori, gente che guida senza casco e senza prudenza, drogati trovati sotto i ponti, aspiranti suicidi, ma i non vaccinati sono criminali particolarmente indigesti. I giornali, per abituarci all’idea, pubblicano i dati del costo, chissà come ricavato, di quanto è dispendioso non solo ricoverarli a livello di posti, ma anche a livello economico. Meglio che non si ammalino affatto. Meglio che si barrichino in casa e non rompano le scatole. Anche i plurivaccinati, è ormai noto, possono ammalarsi benissimo, ma loro almeno ci hanno provato meglio, sono gente di buona volontà, hanno seguito i precetti evangelici, se poi finiscono all’ospedale, in fondo, sono perdonabili. Per gli altri il problema è già nelle intenzioni: aprono la porta di casa così, come se niente fosse, e non si accontentano di vedere quello che c’è fuori: alcuni escono pure, con un menefreghismo verso la società che fa ribrezzo.

Pascal lo diceva che il problema dell’uomo è che non riesce a starsene bello tranquillo in una stanza. E ai suoi tempi ancora il Covid non era venuto fuori. Quando si dice la profezia.

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